ANMIL e ANMIL Sicurezza hanno promosso un progetto di studio e ricerca volto a conferire rigore normativo alla funzione di security aziendale e alla sua riconduzione nell’ambito della disciplina in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nell’ottica della qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi e al fine di una migliore valorizzazione professionale del Security manager. Tale progetto è finalizzato alla presentazione alle competenti sedi istituzionali permanente per la salute e sicurezza sul lavoro (art. 6, d.lgs. n. 81/2008) di una proposta di integrazione della normativa vigente che preveda, per le realtà produttive (pubbliche o private), l’obbligo di valutare il rischio security e, strumentalmente, assegnare a figure qualificate e dotate di adeguate competenze tecniche, quali i Security Manager, compiti di gestione e controllo delle predette fonti di rischio.
Il Gruppo di Ricerca
Il progetto si avvale della attività del gruppo di ricercatori universitari e professionisti di chiara fama, esperti in materie giuridiche, sociali e statistiche, facenti capo ad ANMIL. Alla guida del gruppo di lavoro vi è il Responsabile Scientifico del progetto, la dott.ssa Maria Giovannone, Amministratore Delegato e Direttore Scientifico di ANMIL Sicurezza che ha già all’attivo il coordinamento di numerosi progetti di studio e ricerca, nazionali e internazionali, in materia di sicurezza sul lavoro.
I Partner del progetto
AICOM Spa, COM Metodi SpA, eni, Finmeccanica SpA, Intergraph Italia LLC, Saipem SpA, Snam SpA
Perché la prevenzione del rischio security è nelle priorità di ANMIL?
Da un’attenta analisi avviata da diversi mesi dall’ANMIL e da ANMIL Sicurezza, braccio operativo della Onlus per le attività di formazione, studio e ricerca scientifica, è emersa così la mancanza di un riferimento normativo testuale – sebbene fosse opportuno – per quegli eventi dolosi spesso correlati alle instabilità politico-istituzionali di determinati territori ovvero alla avversa ideologia che si consolida nei confronti di determinati settori produttivi o, ancor più, nei riguardi di singole imprese od operatori, che possono avere ripercussioni negative – se non fatali – sulla comunità aziendale e dei lavoratori oltre che sulla sicurezza pubblica. Questa tipologia di rischio, sottovalutata o sostanzialmente non considerata dall’ordinamento giuridico in correlazione alla gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro, avrebbe potuto infatti trovare posto nel d.lgs. n. 81/2008 (cosiddetto Testo Unico Sicurezza). Tuttavia, sebbene così non sia stato, vale la pena precisare che in esso sono state però poste le basi per un nuovo modello di valutazione e gestione dei rischi in cui l’area della security delle persone e del territorio potrà essere progressivamente compresa negli obblighi di valutazione dei rischi da parte dei datori di lavoro, attraverso l’inclusione nei cosiddetti “rischi particolari”, espressamente citati nell’art. 28 del Testo Unico sicurezza. Alla luce di questa analisi è risultata l’esigenza di prevedere l’individuazione di linee direttive per una evoluzione normativa che, da una parte, dia certezza alla valutazione del rischio security nel contesto degli adempimenti per la sicurezza sul lavoro, dall’altra conferisca maggiore dignità professionale alla figura del Security Manager, nell’ottica di qualificare le aziende più virtuose (per standard adottati) dei settori interessati e che offrono una più adeguata e puntuale tutela ai lavoratori preposti e a quelli dei comparti più sensibili. I versanti di azione sono due: in primis il sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi ex art. 27 d.lgs. n. 81/2008; in secondo luogo la Legge n. 4 del 14 gennaio 2013 recante la disciplina delle professioni (tra cui quelle non regolamentate), al fine di coniugare le esigenze di qualificazione per la sicurezza delle imprese appartenenti ai settori esposti al rischio security con le esigenze di qualificazione del professionista Security Manager, quale garante nella organizzazione aziendale – esposta ai relativi rischi – della gestione degli adempimenti correlati alla security. A dare concretezza a tutto ciò è volto il progetto cui ANMIL vuole dare vita con il supporto scientifico di ANMIL Sicurezza nell’ottica di giungere ad una proposta normativa che dia riconoscimento alle predette esigenze, sulla base di una ricognizione dei fenomeni di rischio e delle problematiche giuridiche alle stesse sottese.
Roma, 13 novembre 2012 – Scuola di Polizia – Il Workshop di presentazione del progetto
ANMIL Onlus in collaborazione con ANMIL Sicurezza, ha voluto promuovere un workshop su “La partnership pubblico-privato e la funzione del Security Manager” il 13 novembre 2012 presso la Scuola di Polizia, al fine di valutare le prospettive future di evoluzione della disciplina sulla Security aziendale anche nell’ottica della qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi.
Nel corso dell’evento si sono approfonditi i possibili ambiti di collaborazione tra le istituzioni di Sicurezza nazionale e la funzione di Security aziendale, esaminando le possibili sinergie anche sul solco delle raccomandazioni degli organismi internazionali. Tali riflessioni assumono ancor più rilievo alla luce delle note contingenze internazionali potenzialmente incidenti non solo sulla sicurezza negli ambiti aziendali ma anche su primari interessi dello Stato.
Vanno pertanto ampliati e delineati gli spazi di collaborazione con le entità statuali preposte alla sicurezza al fine di rafforzare e migliorare il dispositivo di reazione rispetto alle tipologie di eventi che possano compromettere la stabilità del business, l’integrità delle persone e la sicurezza delle infrastrutture. È in tale contesto che la figura del Security Manager può rappresentare il punto di congiunzione tra le esigenze pubbliche e quelle private.
Sfoglia gli atti del workshop “La funzione del Security Manager”
GLI ABSTRACT DEI RELATORI DEL WORKSHOP