Lecco, 3 maggio 2022 – Così ha esordito Gianfranco Longhi, Presidente dell’ANMIL Lecco, il primo maggio in cui ricorre la Festa del Lavoro e dei Lavoratori, durante il momento commemorativo che si è tenuto a Lecco nel Piazzale del Centro Meridiana antistante il Monumento ai Caduti sul Lavoro (Largo Caleotto): “Ci avvolge un velo di tristezza anche in questo primo maggio. Dopo due anni di pandemia si pensava di ripartire tutti assieme, invece ci troviamo di fronte all’immane tragedia della guerra in Ucraina. Una tragedia alle porte di casa nostra alla quale si aggiunge un’altra tragedia: quella dei troppi infortuni e troppi morti sul lavoro”.
Durante l’evento, al quale hanno partecipato ANMIL unitamente all’Amministrazione Comunale di Lecco, alle sigle sindacali CGIL Lecco, CISL Monza Brianza Lecco e UIL Lario, alle forze dell’ordine e ai cittadini, Longhi, dopo la deposizione di una corona di fiori e un minuto di silenzio in onore delle vittime sul lavoro, ha sottolineato come i numeri degli incidenti e delle vittime sul lavoro siano ancora troppo alti.
Alla manifestazione sono intervenuti inoltre: Mattia Micheli, vice presidente vicario della Provincia di Lecco e il Vice Sindaco di Lecco Simona Piazza.
“I dati INAIL ci dicono che nei primi due mesi dell’anno si sono registrati tre morti sul lavoro al giorno: una tragedia. Le statistiche – ha dichiarato – non mi sono mai piaciute perchè sono impersonali, non tengono conto del fatto che dietro alle cifre ci sono persone che soffrono: mogli, mariti, figli, genitori, amici, colleghi, ciò nonostante le statistiche ci danno una fotografia spaventosa della situazione del mondo del lavoro”.
Longhi ha evidenziato come la società sembra “metabolizzare tutto questo, senza reagire. Si spendono tante parole ma non cambia nulla. Nonostante la tecnologia e le macchine sempre più moderne che permettono di avere maggiore sicurezza sul lavoro, nonostante le normative vigenti, siamo ancora di fronte a numeri assurdi. Troppo spesso la negligenza vince: le sicurezze e le protezioni vengono rimosse o disattivate, le normative non vengono applicate e così si registrano ancora troppe, tante tragedie”.
“Da un lato lo Stato deve combattere il lavoro nero e sottopagato e deve aumentare il numero degli ispettori – continua – ma dall’altro le parti sociali devono incentivare la formazione per mandare in azienda persone sicure e formate. Anche perchè infortuni zero per un’azienda significa un guadagnano economico ma soprattutto sociale. Formazione, attenzione, informazione, prevenzione e comunicazione all’interno delle aziende sono aspetti fondamentali per lavorare in sicurezza”.
Quindi Longhi ha concluso: “Il prossimo anno vorrei festeggiare un primo maggio diverso: senza guerre e senza vittime sul lavoro, obiettivo non impossibile e soprattutto doveroso”.
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