“Faccende Pericolose”: la Campagna ANMIL contro gli infortuni domestici

L’ANMIL ha realizzato uno studio dal titolo “Faccende pericolose” volto a divulgare sia i positivi cambiamenti dell’assicurazione contro gli infortuni domestici apportati dalla Legge di Bilancio 2019 sia i dati sugli infortuni al femminile in generale e, in particolare, quelli legati all’ambito familiare e domestico.
I principali risultati dello studio, curato da un gruppo di lavoro dell’ANMIL coordinato dall’esperto statistico-informativo Franco D’Amico, sono stati pubblicati in un accattivante opuscolo, animato dalle originali vignette del giovanissimo e talentuoso Michele Russo, che verrà distribuito nelle scuole per sensibilizzare i giovani sul tema degli incidenti in ambito domestico.

CONTESTO

Ogni anno in Italia si verificano oltre 3 milioni di incidenti domestici che coinvolgono circa 3,5 milioni di persone. Le categorie più a rischio sono le donne, gli anziani e i bambini, soprattutto i piccoli inferiori ai 5 anni. Secondo la più recente rilevazione ISTAT (2017) sono 7milioni 338mila le donne che si dichiarano casalinghe nel nostro Paese; il loro numero è in costante calo e conta 518mila unità in meno rispetto a 10 anni fa. È una collettività composta prevalentemente da persone di età media superiore a 60 anni. Le casalinghe di 65 anni e più superano i 3 milioni e rappresentano il 41% del totale, quelle fino a 34 anni sono appena l’8,5%. In generale, la condizione economica delle casalinghe non è molto buona. Il numero medio di ore di lavoro non retribuito svolto ogni anno da una casalinga è stimato pari a 2.539: una media di 49 ore a settimana, 7 al giorno compresi festivi e ferie.
Se tutti i lavori che svolgono all’interno della famiglia per la cura della casa e dei figli venissero retribuiti, le casalinghe dovrebbero percepire uno stipendio di 3.045 euro netti al mese, il doppio rispetto alla media dei lavoratori italiani. Tanto è stato recentemente valutato il lavoro domestico dal portale ProntoPro.it, che si occupa di preventivi per i lavori dei professionisti.
Tra le donne, sono circa 600.000 le casalinghe coinvolte in un incidente domestico: l’8,2% del totale delle casalinghe presenti nel nostro Paese.
Gli ambienti: la cucina è quello più a rischio per la casalinga infatti il 63% degli incidenti avviene proprio in questo che è il suo principale luogo di lavoro. Altri ambienti a rischio per la casalinga sono: la camera da letto (dove si verifica il 10% degli incidenti), il soggiorno (9%) e le scale (8%). L’8% degli incidenti delle casalinghe avviene in bagno, generalmente a seguito di caduta sulle superfici scivolose dei sanitari (vasca, doccia) e del pavimento.
Le lesioni: quella più diffusa tra le casalinghe è la frattura (36% del totale). Le ustioni, provocate in genere da pentole, fornelli, ferro da stiro, olio bollente o acqua / vapore bollente ecc. sono alla base del 18,5% degli incidenti delle casalinghe. Le ferite da taglio o punta causate da coltelli o altri oggetti taglienti presenti in casa, rappresentano il 15% degli incidenti occorsi alle casalinghe (circa 90.000 casi l’anno).
Le parti del corpo: quelle di gran lunga più colpite sono gli arti superiori e inferiori e infatti l’81,2% degli incidenti provoca conseguenze a danno di gambe, braccia, mani o piedi; l’11,8% degli incidenti interessa la testa. Secondo un’indagine “ad hoc” effettuata anni fa dall’ISTAT, i morti per incidente domestico in Italia sono oltre 5.000: per oltre la metà si tratta di donne ultraottantenni. Molto limitato il numero di giovani casalinghe. Una recente stima epidemiologica effettuata dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso il SINIACA (Sistema Informativo sugli Infortuni in Ambiente di Civile Abitazione) valuta in circa 8 miliardi di euro l’anno i costi diretti e indiretti per la collettività derivanti dagli incidenti domestici.
Con la Legge 493/1999, entrata in vigore il 1° marzo 2001, è stata istituita l’assicurazione contro gli infortuni in ambito domestico, meglio conosciuta come “assicurazione casalinghe”. È la prima legge in materia in Europa e rappresenta una grande conquista per le donne italiane in quanto finalmente viene riconosciuto al lavoro domestico un valore economico oltre che sociale.
La polizza, gestita dall’INAIL, è obbligatoria ed è rivolta alle classiche “casalinghe”, ma anche a pensionati, giovani che non lavorano o studenti fuori sede: la legge prevede, infatti, che siano assicurati tutti coloro di età fra 18 e 65 anni «che svolgono in via esclusiva attività di lavoro in ambito domestico». 
Con il decreto ministeriale del 31 gennaio 2006 l’assicurazione è stata estesa anche ai casi di infortunio mortale: a partire dal 17 maggio 2006 viene corrisposta una rendita a ciascuno dei superstiti, calcolata con le stesse modalità stabilite per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Fino al 31.12.2018, la polizza costava 12,91 euro l’anno e garantiva alle casalinghe/i una rendita vitalizia di invalidità permanente per infortuni di grado superiore al 26%. L’importo della rendita oscillava da un minimo di 196,50 euro mensili per un’invalidità del 27%, ad un massimo di 1.364,50 euro per il 100%.
In caso di infortunio mortale era prevista una rendita mensile pari a 682,20 euro per il coniuge e a 272,90 per ciascun orfano.
Negli anni si sono manifestati segnali di insoddisfazione sempre più pressanti da parte dell’utenza che riteneva basso il limite di età fissato dalla legge a 65 anni, che escludeva in pratica i soggetti più fragili, ma soprattutto per la soglia di invalidità (27%) ritenuta troppo elevata. Risultano al disotto del minimo indennizzabile, infatti, menomazioni gravi come, tra le tante, la perdita di un rene (valutata 25%) o la perdita del pollice sinistro (25%). Sebbene l’importo del premio fosse sin dall’inizio abbastanza irrisorio e sono anche previsti esoneri totali per i meno abbienti, a partire dal 2005 si è assistito ad un forte calo delle sottoscrizioni: se nel 2005 si contavano circa 2,5 milioni di iscritti, nel 2009 le casalinghe assicurate presso l’INAIL erano già scese a 2 milioni e nel 2012 a 1,6 milioni, per precipitare a poco più di 1 milione nel 2017. Eppure, secondo l’Istat, di circa 7,3 milioni di casalinghe presenti in Italia sono almeno 4,2 milioni quelle di età compresa tra i 18 e i 65 anni e quindi potenzialmente soggette all’assicurazione contro gli infortuni.
Sotto la pressione di questi forti segnali ed anche a seguito delle reiterate richieste da parte di varie Associazioni (in primis l’ANMIL), il sistema di tutela previsto dall’assicurazione casalinghe è stata profondamente migliorato dalla recentissima Legge di bilancio 2019 che ha innalzato il limite di età da 65 a 67 anni e abbassato il grado minimo dal 27 al 16%, prevedendo anche un piccolo indennizzo una tantum per gli infortuni tra 6 e il 15%.
Allo stesso tempo va detto che l’importo del Premio è stato portato a 24 euro l’anno. Nonostante questi i miglioramenti alla normativa, che consentiranno ad una platea più ampia di donne di accedere alla tutela assicurativa offerta dall’INAIL e di ottenere, nel caso subiscano un evento infortunistico, prestazioni migliori e più efficaci, sarebbe estremamente importante poter estendere la tutela assicurativa per il lavoro domestico anche alle donne che siano già assicurate presso altre forme di tutela sociale obbligatoria. L’attuale negazione di questa possibilità, infatti, non tiene conto della duplice dimensione professionale della donna che, assicurata per l’attività lavorativa svolta al di fuori del contesto domestico, rimane priva di tutele per gli infortuni legati alla gestione della casa e della famiglia. Sarebbe quindi opportuno estendere la protezione assicurativa a tutte le attività svolte fuori dall’abitazione, ma comunque connesse alla cura della famiglia e alla gestione domestica.

Sfoglia la Cartella Stampa della presentazione in Senato

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Per richiedere una copia dell’opuscolo scrivere ad anmil@anmil.it