12 luglio 2023 – “È priorità di questo Governo dare attenzione alle persone con disabilità e riconoscere il diritto alla piena inclusione, tra l’altro un diritto che comporta, quando non applicato e non esigibile, una reale violazione dei diritti umani rispetto a una vita indipendente e piena, in cui si possa partecipare alla costruzione non soltanto della propria esistenza e della propria famiglia, ma allo sviluppo e, quindi, all’evoluzione della comunità a cui si appartiene e, dunque, dell’Italia tutta”. Così il Viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci rispondendo ad una interpellanza alla Camera in tema di diritto al lavoro delle persone con disabilità.
A conferma dell’interesse che il Governo ha dimostrato sin dall’inizio rispetto al tema della piena inclusione delle persone con disabilità il Vice Ministro ha citato il varo del decreto Lavoro, che è stato convertito in legge il 3 luglio scorso. “Il Governo ha previsto una specifica iniziativa finalizzata alla valorizzazione delle competenze professionali dei giovani con disabilità, preordinando, quindi, un canale preferenziale di inclusione lavorativa rispetto a quello che c’era nel passato e che avevamo ereditato. Segnatamente, proprio l’articolo 28 del decreto ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’Economia e delle finanze, un apposito Fondo, finalizzato al riconoscimento di un contributo per le nuove assunzioni nell’anno corrente – già a partire dalle assunzioni avvenute il 1° agosto 2022 – di giovani con disabilità. Il Fondo opererà in favore degli enti del Terzo settore, delle organizzazioni di volontariato, delle associazioni di promozione sociale e di tutte le organizzazioni, quindi, che si occupano della solidarietà sociale e sarà erogato in relazione a ogni persona con disabilità di età inferiore ai 35 anni, assunta, ai sensi della legge 19 marzo 1999, n. 68, con contratto di lavoro a tempo indeterminato” ha spiegato Bellucci.
Allo stesso modo, un altro importante intervento, in tali termini, è previsto all’articolo 10 del decreto, che riconosce ai datori di lavoro privati che assumono i beneficiari dell’assegno di inclusione, nonché del supporto per la formazione e il lavoro, un esonero dal versamento dei contributi previdenziali per ciascun lavoratore. Una percentuale di tale incentivo è riconosciuta anche alle agenzie per il lavoro, ai patronati, agli enti del Terzo settore, alle associazioni e alle imprese sociali che svolgono attività dirette alla tutela delle persone con disabilità o all’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati o con disabilità per ogni soggetto assunto a seguito di specifica attività di mediazione. “Sono tutti interventi che rafforzano la partnership tra istituzioni pubbliche e attori privati, tra cui anche le parti sociali, le imprese e il Terzo settore. Il modello partecipato consente, infatti, di strutturare regole e politiche capaci di garantire l’effettività del diritto al lavoro delle persone con disabilità e delle persone tutte, in quanto siamo fermamente convinti che i luoghi di partecipazione riconoscono una pari dignità a tutti i soggetti coinvolti, quindi pubblico, privato e privato sociale” ha dichiarato il Viceministro.
“L’attività di verifica e controllo da parte dell’Ispettorato nazionale del lavoro circa gli obblighi di assunzione dei lavoratori con disabilità – prosegue – resta fondamentale per garantire l’effettività del risultato. La sussistenza di sanzioni e il mancato rispetto della normativa inerente al collocamento mirato, insieme a un’attività ispettiva che presumibilmente ha prodotto risultati modesti, ci induce a compiere una riflessione d’obbligo, e che stiamo intraprendendo, sulla possibilità di effettuare una riforma complessiva della normativa in materia di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, insieme a un miglior utilizzo delle risorse del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, di cui all’articolo 14 della legge n. 68 del 1999. In linea generale, è doveroso evidenziare che per eliminare situazioni di disparità nel mercato del lavoro e nei luoghi di lavoro tra le persone con e senza disabilità è necessario potenziare e rendere efficienti i servizi di collocamento finalizzati a incrementare le opportunità di accesso nel mercato del lavoro per le persone con disabilità. Una riforma ad ampio spettro, però, non potrà che partire da una considerazione complessiva e ad ampio raggio della fattispecie in esame, non limitata al momento patologico sanzionatorio e alla precedente attività ispettiva, e che abbracci – con un’azione coerente, coordinata e, soprattutto, sistematica – tutti gli attori in causa. Basti considerare che nella sola attività ispettiva e sanzionatoria le parti in causa sono ben tre: l’Ispettorato nazionale del lavoro, gli organismi individuati dalle regioni ai sensi del decreto legislativo n. 469 del 1997 e il servizio preposto al collocamento”
“Sottolineo, fin d’ora, la massima disponibilità del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, una disponibilità che è del tutto doverosa, perché sappiamo che il compito è fondamentale e che l’obiettivo di piena inclusione lavorativa delle persone con disabilità è da troppo” ha concluso Bellucci.
Bellucci: “Massimo impegno su diritto al lavoro disabili”
