Roma, 29 aprile 2020 – “Alla vigilia di un primo maggio assolutamente straordinario e dove mai come oggi dobbiamo stringerci per sostenere e difendere un lavoro per tutti e sicuro, in una fonderia di viale Belforte di Varese l’infortunio che ha toccato due giovani operai, 29 e 42 anni, a cui va tutta la nostra vicinanza” dichiara il Presidente ANMIL, Zoello Forni, ricordando che ogni anno, secondo i dati INAIL, nel settore metallurgico si verificano più di 5.500 infortuni di cui una decina mortali.
“Ci sono lezioni di vita che sembrano non lasciare traccia e le drammatiche vicende che continuano a reiterarsi nel mondo del lavoro ci dimostrano come la salute e la vita occupino ancora un posto in galleria”, continua Forni.
“A chi parla di numeri e statistiche relativi a infortuni, malattie professionali, attività ispettive e lavoro nero, noi sottolineiamo che ci sono nomi di lavoratrici e lavoratori che sono spesso costretti ad accettare compromessi e a rinunciare alla propria dignità pur di poter lavorare, per questo chiediamo che venga rafforzata concretamente un’azione di contrasto che veda realmente operativi sul campo le forze ispettive e, come proposto dal Magistrato di Cassazione Bruno Giordano, l’attuale numero degli addetti anche mettendo insieme tutte le risorse non arrivano alle 3000 di cui una parte significativa è peraltro addetta all’attività di ufficio pure necessaria”, spiega il Presidente dell’ANMIL.
“Dunque al Presidente del Consiglio chiediamo di Trovare spazio per questa giusta istanza perché per chi lavora non esistono la fase 1, la fase 2 o la fase x, ma esiste un’attività lavorativa che in qualsiasi ambito e modalità si svolga non può essere negoziata o sottovaluta per gli aspetti legati alla sicurezza”.
“E se ieri per la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro ci siamo soffermati a parlare di ‘fermare la pandemia’ – aggiunge Forni – chiediamo all’INAIL di proseguire nell’opera di verifica e ricerca statistica sui dati di settore facendosi carico di raccogliere ed elaborare anche quelli dei lavoratori che non sono assicurati con l’Istituto ma che insieme alla valutazione delle ore effettivamente lavorare posso aiutare. Leggere correttamente questo fenomeno e mettere in luce le carenze o la fallacia delle norme in ambito prevenzionistico”.
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