Tumore per uso cellulare aziendale: riconosciuta rendita

E’ dei giorni scorsi la notizia relativa alla pronuncia di una sentenza da parte della Corte d’Appello di Torino che ha confermato la condanna nei confronti dell’Inail a pagare la rendita di malattia professionale a un ex operaio tecnico specializzato delle Cogne Acciai Speciali, ora in pensione, che ha usato il telefonino per motivi di lavoro per più di diecimila ore.
Nel caso specifico l’uomo, tra il 1995 e il 2008, ha utilizzato il suo telefono cellulare con una media di 2 ore e mezza al giorno.
Un uso che ha causato, secondo l’accusa, «un tumore benigno intracranico e una conseguente sordità sinistra, paresi del nervo facciale, disturbo dell’equilibrio e sindrome depressiva». Nel 2020 il Tribunale di Aosta aveva riconosciuto il nesso causale tra l’utilizzo del cellulare e l’insorgenza del neurinoma del nervo acustico, ma l’Inail aveva fatto ricorso in appello chiedendo una nuova consulenza.
La Corte di Appello di Torino, confermando la decisione del Tribunale di Aosta, ha dunque riconosciuto all’uomo una rendita mensile di circa 400 euro, maggiore rispetto a quello che era stato stabilito già in primo grado dal tribunale.
“Si tratta di una sentenza importante scritta da scienziati fra scienziati – commentano i legali dell’ex operaio – in cui il ruolo dei giuristi è stato marginale, e che dimostra che le radiofrequenze possono causare un tumore”.