10 giugno 2022 – Come già approfondito, risale al 28 ottobre 2022 la proposta di direttiva sul salario minimo licenziata dalla Commissione europea. La proposta persegue l’obiettivo di garantire retribuzioni minime adeguate ai lavoratori europei per contrastare lo sfruttamento del lavoro e sostenere un tenore di vita dignitoso, in funzione delle condizioni sociali ed economiche di ciascuno Stato membro.
Si ricorda che la direttiva in discussione non stabilisce uno standard minimo salariale a livello europeo, senza imporre agli Stati membri di introdurre il salario minimo legale. Piuttosto, le disposizioni spingono gli Stati membri a ricercare soluzioni legislative adeguate a garantire salari minimi dignitosi, soprattutto attraverso l’impiego della contrattazione collettiva.
Il tracciato promosso dalla Commissione è particolarmente praticabile in Italia, uno dei sei Paesi in Unione europea a non prevedere un salario minimo legale. Per tale ragione, la proposta di direttiva chiede agli Stati membri di rafforzare la contrattazione collettiva, laddove questa non raggiunga una copertura minima di lavoratori pari all’80%.
L’iter legislativo della proposta è finalmente giunto alle fasi conclusive. Come riportato dalle fonti ufficiali, nella tarda serata di lunedì 6 gennaio è stato infatti raggiunto l’accordo tra il Parlamento UE e il Consiglio. Si tratta di un accordo politico non definitivo che dovrà essere approvato dalla ‘Commissione per l’occupazione e gli affari sociali’ e, in seguito, dal Parlamento UE e dal Consiglio.
Trovato l’accordo sulla direttiva salario minimo
