ThyssenKrupp: Min. Cartabia incontra i familiari delle vittime

6 aprile 2022 – Il Ministro della Giustizia Marta Cartabia, nella giornata di ieri, ha incontrato presso la sede del dicastero i familiari delle sette vittime del rogo che si sviluppò alle Acciaierie ThyssenKrupp di Torino del 6 dicembre 2007 e Sicurezza e Lavoro, rappresentata dal direttore Massimiliano Quirico e dall’avvocato Giacomo Mattalia.
Nel corso del colloquio, che ha visto anche la partecipazione di Antonio Boccuzzi, l’unico sopravvissuto degli operai coinvolti nell’incidente, la ministra Cartabia ha spiegato che l’ex amministratore delegato della multinazionale dell’acciaio, Harald Espenhahn, condannato in via definitiva con la sentenza del 13 maggio 2016 della Corte di Cassazione italiana, è ancora a piede libero in Germania perché nel 2020 ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale tedesca, lamentando una violazione del diritto di difesa.
Ricorso che dovrebbe essere deciso dalla Corte entro giugno, pertanto alla stato attuale, l’esecuzione della condanna rimane sospesa in attesa della decisione generando delusione e malcontento nei familiari delle vittime che lottano da anni per ottenere giustizia per i loro cari.
“La mia partecipazione, la mia vicinanza a voi è totale. Mi straziano queste situazioni, comprendo a pieno il vostro dolore e la vostra rabbia. Richiamerò l’attenzione del ministro tedesco: la vicenda è nei miei pensieri e la mia vicinanza è totale, ma non ho poteri formali per intervenire” – ha dichiarato Marta Cartabia ai familiari delle vittime.
“Auspichiamo che giustizia venga finalmente fatta entro l’anno – ha affermato Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – per il dolore che provano ogni giorno i familiari di chi è morto lavorando e per rinnovare la fiducia nelle Istituzioni. In Europa deve esserci la stessa giustizia in ogni Paese e speriamo che arrivi presto anche la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a cui si sono rivolti i familiari ThyssenKrupp, in collaborazione con Sicurezza e Lavoro, per denunciare i ritardi nell’esecuzione della pena dei manager tedeschi”.