15 marzo 2023 – Storica la sentenza pronunciata oggi dalla Cassazione riguardante i militari che hanno contratto malattie a seguito dell’esposizione a scenari bellici, poligoni e luoghi di stoccaggio di munizioni.
L’Associazione Vittime del Dovere ha dichiarato: “Non si può pretendere dalle vittime la prova del nesso causale tra esposizione ad agenti nocivi e infermità contratte. La Cassazione ha chiarito che nella particolare materia assistenziale in tema – popolarmente riferibile all’uranio impoverito ma applicabile a una casistica molto ampia – la normativa speciale contenuta nel Nuovo Codice dell’Ordinamento Militare evita di dover dare la prova, invero diabolica, del nesso causale, essendo invece l’Amministrazione a potersi esimere dal riconoscere lo status e i conseguenti benefici dando la prova della riconducibilità della malattia a cause estranee al servizio”. “Questa sentenza – commenta l’avvocato Andrea Bava, Consulente della Associazione e patrocinatore della causa – finalmente porrà fine alla disperata situazione di tante famiglie, ritrovatesi a combattere contro lo Stato dopo che un loro congiunto si è ammalato, spesso mortalmente, perché incombeva sui malati tale gravosa prova. Questa sentenza giunge a chiudere un cerchio, confermando una linea interpretativa che negli anni si è sempre più sviluppata nella giurisprudenza di merito, e che ora è confermata dalla Suprema Corte.”
Storica sentenza sui militari esposti ad agenti nocivi
