Smartworking: gli effetti sui legami tra i colleghi

Roma, 23 agosto 2022 – Lo rivela uno studio pubblicato su Nature Computational Science: la mancanza di vicinanza fisica, causata dal passaggio al lavoro a distanza durante la pandemia, ha ridotto gli incontri casuali e le conseguenti comunicazioni tra i ricercatori, fondamentali per generare un flusso di nuove idee.
Parliamo dei risultati di uno studio del Cnr-Iit di Pisa sugli scambi di e-mail tra i ricercatori del centro di ricerca americano, che, con l’arrivo della pandemia, ha improvvisamente cambiato le carte in tavola e tutto il personale del Mit si è ritrovato a lavorare da casa, rivoluzionando le modalità di lavoro.
Lo studio, così come detto in una nota del Cnr, “dimostra che la compresenza in ufficio è essenziale per la formazione dei cosiddetti ‘legami deboli’ tra colleghi, ovvero relazioni tra membri anche di gruppi di lavoro diversi, e che queste interazioni sono state notevolmente ridotte dal lavoro da remoto”.
La ricerca analizza i flussi di posta elettronica di 2.834 docenti e ricercatori che lavorano in più di 100 dipartimenti e laboratori di ricerca del Mit e dimostra che il lavoro a distanza ha causato un calo del 38,7 % del numero di nuovi legami deboli formati tra i colleghi. Inoltre, prosegue il Cnr, “lo studio rileva che le cosiddette ‘ego networks’ (le reti di contatto e scambio che sono proprie di ciascun individuo) sono diventate più stagnanti nei mesi di lavoro lontani dall’ufficio e, di conseguenza, i ricercatori hanno continuato a comunicare molto, ma solo con le persone con cui avevano già collaborazioni aperte”. Lo studio prende anche in esame come potrebbe essere l’organizzazione del lavoro nel prossimo futuro. “Ciò offre – sottolinea Carlo Ratti, direttore del Senseable City Lab – una migliore comprensione dell’interazione umana e della produttività, utile per immaginare la tanto attesa ‘nuova normalità’.