Roma, 21 dicembre 2022 – “Col dovuto rispetto per la decisione presa dai Giudici della Corte di Appello di Milano la vicenda processuale era stata compromessa dalla decisione del Giudice di primo grado che non ha considerato la palese realtà delle morti da amianto alla Scala di dipendenti, cantanti, maestri e direttori di orchestra e vigili del fuoco risultati affetti da malattie asbesto correlate a fronte della presenza di amianto nei locali del Teatro”. Queste le parole del legale ANMIL, l’avvocato Cesare Bulgheroni, subito dopo la conferma delle assoluzioni “perché il fatto non sussiste” per i quattro ex dirigenti del Teatro alla Scala che erano imputati per omicidio colposo nel processo a Milano sulle morti di una decina di lavoratori esposti ad amianto al Piermarini, in cui ANMIL si è costituita parte civile.
“Questa ulteriore decisione, semplicemente confermativa della prima, può mettere fine alla vicenda processuale – ha dichiarato l’avvocato Bulgheroni – ma certamente non risolve la problematica della presenza dell’amianto e dei morti da esposizione ad esso e per cui ANMIL continuerà a chiedere Giustizia per i lavoratori che non sono tutelati sufficientemente con la dovuta e corretta prevenzione dalle malattie professionali e dagli infortuni da parte dei datori di lavoro”.
Già in primo grado nel 2021, infatti, erano stati assolti dalla nona penale del Tribunale milanese l’ex sovrintendente Carlo Fontana, l’ex referente del Centro diagnostico italiano Giovanni Traina, l’ex direttore tecnico Francesco Malgrande e l’ex dirigente per gli affari generali Maria Rosaria Samoggia. La Procura aveva fatto appello chiedendo di ribaltare il verdetto, confermato oggi.
Sentenza Amianto alla Scala: ANMIL continuerà a chiedere giustizia per i lavoratori che non sono tutelati
