Rischio nella filiera legno-arredo: l’approfondimento

14 gennaio 2020 – “Dati INAIL”, il periodico curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto, ha dedicato nel nuovo numero un focus sul settore legno e arredo, uno dei principali centri di attività del sistema manifatturiareo italiano.
Con il 14,5% delle imprese, l’8,6% degli addetti e il 4,7% del fatturato, il settore legno e arredo è secondo per rischio infortunio in Italia solo a quello della metallurgia. Stando ai dati consolidati INAIL relatvi al quinquennio 2014-2018, i 2.927 infortuni accertati nel 2018  sono in diminuzione del 4,3% rispetto ai 3.060 del 2017 e del 16,2% rispetto ai 3.493 del 2014. Nel quinquennio citato i casi mortali riconosciuti sono stati 30.
I casi di infortunio si concentrano soprattutto nelle regioni settentrionali e, in particolare, nel Nord-Est, con il 42,5% degli infortuni totali. Il 93,7% degli infortuni accertati si è verificato in occasione di lavoro e solo il restante 6,3% in itinere. Dall’analisi dei dati relativi alle malattie professionali nell’industria del legno – che comprende attività che vanno dal taglio e piallatura alla fabbricazione di porte, finestre, imballaggi e pavimentazione in parquet – emerge che le patologie di origine lavorativa riconosciute ogni anno dall’Inail sono circa 170. In sei casi su 10 si tratta di malattie osteomuscolari e del tessuto connettivo, in particolare i disturbi dei tessuti molli, favorite dall’utilizzo di strumentazioni spesso di tipo artigianale e manuale.

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