Il ricordo di una figlia al padre vittima del lavoro

28 dicembre 2022 – Sono volati 30 anni dal tragico incidente sul lavoro che ha “bruciato” la vita del mio Papà. Il 28 dicembre poi la Morte ce lo ha portato via, troppo presto, era il 1992. La passione e il senso di responsabilità per il suo lavoro gli hanno tolto la vita, per salvare quella di altri.

Si, perché il mio papà era un eroe, era il capo della sicurezza antincendio della raffineria Q8 di Napoli, inoltre, addestrava i vigili del fuoco. 

Mi manca terribilmente; la sua forza, la sua saggezza, la sua intraprendenza, la solarità emanata dai suoi Raggi, il suo affetto, la sua premura, la sua dolcezza, il suo amore per noi.

Tutto è cambiato quel giorno. Tutto è stato segnato per sempre. Una ferita aperta che non può rimarginare. La vita dei familiari resta segnata per sempre.

Raccontare in poche righe tutti gli eventi che sono susseguiti nella vita di ognuno di noi è alquanto impossibile.

Non è per niente facile farcela, crescere con questo vuoto con questo continuo domandarsi “perché?”, e barcamenarsi tra i problemi, tra un dolore e un altro che man mano si presentano e non ti danno mai il conto. Risalire dal buio più profondo, aggrappandoti ai ricordi con tutta la forza possibile per sostenerti e non farti abbattere da chi ti abbandona, dalla cattiveria umana, da tutto ciò che non rappresenta l’Amore conosciuto. 

Eppure siamo andati avanti grazie alla forza e al coraggio di Mamma, che per fortuna lavorava e, seppur poco e per poco, ha avuto un sostegno governativo per consentire a noi figli di proseguire gli studi. 

Lei che ci ha sempre supportati e sostenuti, non facendoci mancare nulla. È Lei quella che ha pagato e ancora paga di più il prezzo della solitudine e del dolore, della separazione dal suo immenso Amore. Un prezzo che è costato caro, tanto caro, non compreso(come può comprendere chi non fa i tuoi stessi passi?), le forze l’hanno abbandonata pian piano cedendo il posto alla malattia, eppure i suoi valori, quelli che coltivava con il suo Uomo, hanno riempito quel vuoto.

Ancora oggi brilla una stella sul nostro albero di Natale, e il presepio è pieno di luci colorate, per ricordare che Lui c’è, è sempre presente, in altra forma ma è con noi. E così oggi maledico quel giorno, quell’inferno di fiamme che ha travolto papà, ma benedico la vita, la vita di cui sono fiera, perché attraverso i ricordi ho potuto “costruire” me stessa, tramandare a mio figlio gli insegnamenti del nonno, Enrico Raggi, e quell’Amore infinito che non tramonta mai. 

In ricordo del mio Papà e di tutte le vittime del lavoro. 

Fabiola Raggi