Dimissioni lavoratori genitori: donne e giovani i più colpiti

Roma, 18 novembre 2022 – In data 15 novembre, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) ha presentato la ‘Relazione annuale sulle convalide delle dimissioni e delle risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri ai sensi dell’art. 55 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n.151- Anno 2021’.

La Relazione è stata elaborata dalla Direzione Centrale per la tutela, la vigilanza e la sicurezza del lavoro, in collaborazione con l’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche).  

La Relazione indaga il fenomeno delle dimissioni delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri nei primi tre anni di vita dei figli, differenziando per genere, classi di età di genitori e figli, cittadinanza, condizioni professionali, settori economici, dimensione aziendale e modalità di articolazione dell’orario di lavoro.

Nel 2021, le dimissioni e le risoluzioni consensuali convalidate sono state 52.436: ben il 71,8% riguarda le donne. Si conferma, dunque, un profondo squilibrio di genere, attenuato dalla progressiva riduzione del divario tra uomini e donne nel corso dell’ultimo decennio. Solo nel 2020, infatti, il divario è stato acuito per colpa della pandemia.

La tipologia di recesso più frequente continua ad essere quella delle dimissioni volontarie. In relazione alle dimissioni per giusta causa, invece, che rappresentano soltanto il 3% del totale, si registra un divario di genere molto ampio. Le lavoratrici madri sono infatti l’87,5% dei lavoratori interessati.

Riferendoci alla classe di età, il 77% delle convalide riguarda lavoratori e lavoratrici tra i 29 e i 44 anni. Il 60,3% ha un figlio, mentre il 32,6% ne ha 2. L’età del figlio che incide maggiormente è quella che va da 0 a 1 anno, seguita dalla fascia di età fino ai 3 anni.

In linea di continuità con il passato, la maggior parte dei provvedimenti di convalida riguarda lavoratrici e lavoratori con qualifica di impiegato e di operaio (92%). Tuttavia, rispetto al genere, il 53% di tutti i provvedimenti relativi alle donne si riferisce al profilo impiegatizio, mentre per gli uomini la maggior parte attiene al profilo operaio (58%).

Una quota minoritaria riguarda le posizioni apicali: per le donne, il profilo quadro interessa il 2% delle convalide e per il profilo dirigente l’1%. Questo perché le donne sono fortemente sotto-rappresentate nei livelli apicali e si concentrano maggiormente nelle qualifiche di livello intermedio. Ciononostante, nel 2021, per le donne dirigenti e per le donne quadro le convalide sono aumentate rispettivamente del 41,4% e del 30% rispetto al 2020, a fronte di un aumento medio del 14,8% delle convalide relative a tutte le lavoratrici madri.

Generalmente, i lavoratori genitori che si dimettono o aderiscono alle risoluzioni consensuali hanno una anzianità di servizio bassa (entro i primi 3 anni di rapporto di lavoro).

L’ambito produttivo più colpito rimane il Terziario (73% del totale), in cui è vi è un’ampia concentrazione di presenza femminile, seguito dall’Industria (21%) e dall’Edilizia (4%).

Per approfondire si rinvia alla Relazione annuale dell’INL (Fonte: Ispettorato Nazionale del Lavoro – INL, 17 novembre 2022).