Reddito e quota 100: il decreto è legge

Il Senato ha dato il via libera definitivo alla conversione in legge del decretone su reddito di cittadinanza, quota 100 e altre norme sulla previdenza. L’ultimo passaggio al Senato recepisce senza ulteriori modifiche il testo approvato con voto di fiducia alla Camera il 20 marzo scorso.
Confermate quindi tutte le novità apportate nel corso dell’esame parlamentare: dalla stretta contro le false separazioni, ai requisiti più rigorosi per gli stranieri. Ritoccata la scala di equivalenza che consentirà alle famiglie numerose con disabili di avere fino a 50 euro in più al mese di beneficio del reddito di cittadinanza. La pensione di cittadinanza potrà essere concessa anche nel caso in cui il componente del nucleo familiare di età pari o superiore a 67 anni conviva esclusivamente con una o più persone in condizione di disabilità grave o non autosufficienza. Si innalza inoltre da 5.000 a 7.500 euro la soglia per l’accesso, sia per la pensione che per il reddito, relativa al patrimonio mobiliare per ogni componente con disabilità grave o non autosufficienza. Confermata anche le sospensione del beneficio non solo in caso di condanna definitiva e di latitanza, ma anche se si è solo indagati o imputati. Sia reddito di cittadinanza che pensione di cittadinanza potranno essere richiesti, oltre che ai CAF, anche agli istituti di Patronato.
Chi ha  già presentato la domanda  per il reddito di cittadinanza e lo ha ottenuto, sulla  base  dei requisiti e criteri precedenti la conversione in legge del decreto, avrà 6 mesi di tempo per  dimostrare di avere diritto anche con le modifiche introdotte e continuerà a percepirlo fino alla nuova verifica da parte dell’INPS.
A fronte della concessione del beneficio, l’obbligo di accettare un’offerta congrua di lavoro scatterà solo se il salario supererà del 10% il beneficio massimo, quindi per un corrispettivo non inferiore a 858 euro. Le offerte potranno essere destinate anche a chi un lavoro già lo ha ma rientra nella categoria dei cosiddetti working poor, chi cioè è povero ma non disoccupato. Anche i disabili potranno siglare il Patto per il lavoro ed essere inseriti nel relativo programma. Sono state poi estese anche all’impiego ‘sommerso’ dei beneficiari del reddito di cittadinanza le maxisanzioni incrementate del 20% contro il lavoro nero, già previste in caso di impiego di lavoratori stranieri irregolari e di minori in età non lavorativa.
Infine dal 2020 è autorizzata l’assunzione di 3.000 persone (rispetto alle 6.000 precedenti) da destinare ai centri per l’impiego, che salgono a 4.600 unità dal 2021.