13 settembre 2023 – Dal Rapporto Annuale dell’Inps, illustrato in queste ore, emerge un dato allarmante: i pensionati che appartengono al primo quintile di reddito hanno una speranza di vita a 67 anni di circa 2,6 anni inferiore a quelli che appartengono al quintile con il reddito più alto ma la differenza cresce a seconda del comparto nel quale si è lavorato e delle mansioni avute. L’Istituto sottolinea come “Queste differenze nella speranza di vita in base al reddito si scontrano con l’utilizzo di un coefficiente di trasformazione unico per il calcolo della pensione che risulta fortemente penalizzante per i soggetti meno abbienti il cui montante contributivo viene trasformato in una pensione più bassa di quella che otterrebbero se si tenesse conto della loro effettiva speranza di vita. Viceversa, i più abbienti ottengono pensioni più elevate di quelle che risulterebbero da tassi che tengono conto della effettiva durata media della loro vita”. “Le differenze tra primo e ultimo quintile – continua l’Inps – sono significative e maggiori per i maschi rispetto alle femmine. È interessante notare come nel divario tra primo e ultimo quintile non vi siano grandi differenze tra gestioni per cui il divario è di 2,6-2,7 anni per i maschi, qualunque sia la gestione, e di 1,7-1,8 anni per le femmine, così come nell’ambito di ciascun quintile restano le differenze tra gestioni. Ne consegue quindi che un pensionato Inpdai del quintile più alto ha una speranza di vita di quasi cinque anni superiore a quella di un pensionato Fpld del primo quintile, differenza di cui non si tiene conto nella determinazione della prestazione pensionistica”.
Rapporto Inps: dirigenti 5 anni speranza di vita in più di operai
