Roma, 27 luglio 2022 – Nei Pronto Soccorso italiani mancano circa 4.200 medici secondo i dati dello scorso novembre della Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza (Simeu).
Nel 2022 sono 600 i medici che si sono dimessi: una media quindi di 100 al mese.
“Il dato concreto è questo – spiega la Simeu in una nota -, un numero sempre maggiore di persone si rivolge ai DEA e ai PS, strutture che non possono delegare ad altri e che non hanno orari di chiusura”. Tuttavia le richieste “superano di gran lunga le possibilità di risposta”.
Sommando le cause, gli operatori subiscono un incremento dell’intensità, del carico di lavoro personale non inferiore al 50% rispetto al 2021, che in questo stesso periodo non registrava né un’ondata di Covid né una simile e persistente ondata di calore.
“Come sempre il primo problema sono le necessità non soddisfatte dei pazienti che, ancora una volta, sono quelli più fragili- dichiara Antonio Voza, Segretario Simeu nazionale- ma anche la condizione degli operatori ha ormai da tempo superato il limite della sostenibilità. Indistintamente da nord a sud”.
La crisi di Governo, secondo la Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza, ha inoltre determinato “un duro stop a quelle poche conquiste che la medicina di emergenza urgenza faticosamente sembrava prossima a conquistare”. Questo perché, dichiara Fabio De Iaco, Presidente nazionale Simeu, “limita il raggio d’azione del Governo agli affari correnti. I tempi per raggiungere i provvedimenti necessari alla sopravvivenza del servizio si dilatano in maniera insostenibile: in questa maniera non resisteremo”.
La Simeu ritiene, tuttavia, che “per il nostro settore l’attività di sostegno non possa essere sospesa, pur in vista di elezioni politiche”. Chiede, pertanto, che “entro le prossime settimane si prendano le decisioni necessarie nella direzione di una riorganizzazione proporzionale alle vere esigenze in atto”.
Pronto Soccorso in crisi: mancano più di 4.000 medici
