Presentata al Convegno del 21 febbraio la nuova mano bionica dotata di un’interfaccia neurale

Il Convegno “Mano bionica, dalle origini della ricerca alle sperimentazioni su soggetti amputati” tenutosi il 21 febbraio a Roma, presso l’Accademia dei Lincei, ha presentato una delle nuove frontiere della biorobotica: una mano bionica dotata di un’interfaccia neurale che le consente di percepire forme e oggetti. Il nuovo progetto di mano bionica permette all’arto di orientarsi nello spazio anche al buio, evitando la dipendenza dalla vista. Il progetto italiano “Sensibilia”, portato avanti dall’Università Campus Bio-Medico di Roma e dal Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio (Bologna) ha permesso, ad esempio, a una quarantenne della provincia di Palermo, di nome Clara, di tornare a compiere semplici azioni come afferrare un oggetto, impossibili dopo l’amputazione di una mano subita a causa di un incidente domestico.
Il progetto presentato ieri, trova le sue origini alla fine degli anni ’80, quando il pioniere della Biorobotica, Paolo Dario, condivise le sue ricerche volte alla creazione di una mano a controllo neurale, basata su elettrodi impiantati nei nervi periferici di persone con amputazioni al braccio. Questo tipo di studi dimostrano che “[…] l’Italia è uno degli avamposti in queste tecnologie, che contribuiscono al miglioramento del Servizio sanitario nazionale”, come afferma Maria Chiara Carrozza, Presidente della Società Nazionale di Bioingegneria.