Prato, sfruttamento sul lavoro: sesto arresto in un mese

Roma, 27 maggio 2021 – Impiegava 10 lavoratori connazionali di cui solo uno assunto regolarmente e cinque dei quali non in regola con il permesso di soggiorno. Per questo è stata arrestata dai carabinieri una 48enne straniera, titolare di un’azienda manifatturiera tessile a Montemurlo, nel Pratese. È la stessa cittadina dove pochi giorni fa ha trovato la morte la giovane Luana D’Orazio.
L’attività è stata chiusa dai militari che hanno multato la donna per oltre 40mila euro. Sarà giudicata con rito per direttissima. È il sesto arresto per questo tipo di reato compiuto nell’ultimo mese dai carabinieri tra Prato e provincia. Non è la prima volta che in provincia di Prato si verificano episodi di questa natura. Quello di oggi è il sesto in un mese, l’ottavo in due mesi, di una confezionista cinese accusata di sfruttamento della manodopera clandestina. 
L’ultimo si è verificato lo scorso 18 maggio. Dalle indagini erano emersi – in danno di almeno 18 extracomunitari occupati in tempi diversi, in prevalenza di nazionalità cinese – evidenti indici di sfruttamento lavorativo tra cui turni massacranti fino a 12 ore, con punte di 15, per 6 giorni settimanali, a fronte di stipendi mensili di circa 800 euro corrisposti in modo irregolare, nessuna garanzia in termini di tutele sindacali ed in tema di malattia. È stato rilevato l’utilizzo di macchinari non conformi alla normativa sulla sicurezza e pericolosi per l’incolumità fisica dei lavoratori. Parte dei lavoratori era inoltre alloggiata in dormitori funzionali al sito di produzione, caratterizzati da condizioni igienico-sanitarie carenti e da sovraffollamento. Oltre a ciò, erano inflitte anche punizioni corporali: in almeno tre circostanze la donna titolare di fatto dell’impresa avrebbe percosso con schiaffi e cinghiate sulle mani uno dei lavoranti africani, responsabile – a suo dire – della non perfetta esecuzione delle mansioni affidategli.