Roma, 8 maggio 2023 – Recentemente, il Tribunale di Civitavecchia ha condannato quattro ufficiali della Marina Militare per la morte di Alessandro Nasta, il nocchiere deceduto dopo essere precipitato dall’albero di maestra della nave scuola Amerigo Vespucci il 24 maggio 2012.
La pena è di 1 anno e 10 mesi di reclusione per l’ex comandante della nave scuola Domenico La Faia e per l’ammiraglio Bruno Branciforte, e 1 anno e 2 mesi per gli ammiragli di Stato Maggiore Giuseppe De Giorgi (capo della Squadra navale all’epoca dei fatti) e Luigi Binelli Mantelli, con beneficio della sospensione condizionale. Tutti rispondevano dell’accusa di concorso in omicidio colposo.
A rendere nota la notizia sono stati gli avvocati della famiglia del marinaio, Massimiliano Gabrielli ed Alessandra Guarini, esprimendo “soddisfazione dopo 11 lunghissimi anni di processo in primo grado ed un infinito cambio di giudici”. “Finalmente – dicono i legali ANMIL – è stata fatta giustizia per la morte del figlio, precipitato dopo un volo di 54 metri, per svolgere le operazioni di apertura e chiusura delle vele senza dispositivi di protezione individuale a norma, in aperta e consapevole violazione di qualsiasi legge sulla sicurezza, in nome del rispetto della tradizione marinaresca. Questa coraggiosa sentenza – commentano i legali – dimostra la capacità dello Stato di giudicare sé stesso ed afferma definitivamente il principio che il risparmio sulla sicurezza sul lavoro non conviene, mai e a nessuno. Anche per un ammiraglio di Stato Maggiore o il comandante della nave più bella del mondo”.
Operaio morto sull’Amerigo Vespucci: quattro le condanne
