Nuova emergenza del lavoro: il caporalato digitale

Lavoro digitale per abbattere i costi della manodopera e fornire servizi sempre più immediati al cliente. Stiamo parlando del cosiddetto “caporalato digitale” e il caso dei fattorini che in bici consegnano pasti scelti sulle app del cellulare e dei call centeristi che chiamano tutti i giorni al telefono di casa ne sono un esempio. Infatti in questo caso non si può parlare ad esempio di “licenziamenti”, perché la maggior parte lavora a partita Iva, o coi co.co.co e i voucher. Non si può parlare neanche di “stipendi”, perché si tratta nel caso migliore di paghe part-time, se non di somme “accessorie” che dovrebbero rifarsi a un secondo lavoro. Sono lavori precarissimi e senza tutele. Sulla questione così si esprime Francesco Boccia, deputato PD e fondatore di DigithON, lancia la call for ideas 2019: “Stop con il lavoro a cottimo. Non possiamo più nasconderci dietro il digitale, il lavoro oggi è in continua trasformazione e lo sfruttamento dei ragazzi che vengono pagati a ore ha un nome molto semplice: caporalato digitale. E va combattuto proprio come quello nei campi. Ci deve essere un meccanismo che porti al lavoro stabile nel digitale. Questo deve essere compito della politica. Una battaglia comune e trasversale che tuteli i diritti dei lavoratori anche al tempo del capitalismo digitale”.