13 novembre 2023 – Sono stati 2,88 milioni gli infortuni sul lavoro registrati in Europa nel 2021: di questi, 3.347 hanno avuto esito mortale. Il dato complessivo risulta in aumento del 6% rispetto al 2020 (+150.941 casi): un incremento probabilmente dovuto alla ripresa economica successiva al precedente rallentamento generale legato alla pandemia. Per quanto riguarda gli incidenti fatali, questi sono stati in leggerissima flessione (-0,1%, per 11 casi complessivi). A comunicare le cifre è l’ultimo rapporto Eurostat diffuso di recente.
Nel 2021, come nel 2020, gli infortuni che hanno comportato un’assenza dal lavoro di 7-13 giorni sono stati la tipologia più frequente, per un totale di 761.988 denunce (26%). A seguire gli infortuni che hanno comportato un’assenza dal lavoro di 1-3 mesi (543.076 casi, pari al 19%) e, infine, gli infortuni meno gravi (4-6 giorni di assenza dal lavoro, 487.049, il 17%).
Ancora, nel 2021 gli infortuni mortali sono stati la tipologia meno frequente per gravità. Escludendo poi gli infortuni con gravità “non specificata”, quelli che hanno causato inabilità permanente al lavoro sono stati il secondo tipo meno diffusa, con 136.290 casi (5%).
Da registrare, poi, come quasi tutti i settori economici abbiano registrato un aumento degli infortuni rispetto al 2020. In particolare, il settore “attività artistiche, di intrattenimento e ricreative” ha visto un incremento significativo (+21%), seguito dal settore “attività amministrative e servizi di supporto” (+19%) e da quello “trasporto e magazzinaggio” (+15%).
Due le lesioni particolarmente comuni: ferite e lesioni superficiali (28,0% del totale) e lussazioni, distorsioni e stiramenti (26,0%). Seguono altre lesioni relativamente comuni: commozione cerebrale e lesioni interne (19,5%) e fratture ossee (11,0%).
Per quel che riguarda la distribuzione geografica, il paese con l’incidenza maggiore di infortuni severi sul lavoro è la Francia (3.227,24 casi ogni 100mila occupati) a cui seguono Danimarca (2.814,35) e Portogallo (2.368,43). Sono tutti dati superiori alla media europea. Valori minori invece in Grecia (117,38), Bulgaria (79,51) e Romania (50,32).
Andando, invece, ad analizzare gli incidenti mortali, i tre paesi caratterizzati dalle cifre maggiori sono Lettonia (4,29 ogni 100mila lavoratori), Lituania (3,75) e Malta (3,34). Si segnala, invece, l’incidenza minore in Finlandia (0,75), Grecia (0,58) e Paesi Bassi (0,33).
In questo scenario, l’Italia registra 1.209,49 casi di incidenti sul lavoro ogni 100mila occupati, 2,66 per quelli mortali. Nel primo caso, il valore è inferiore rispetto alla media europea mentre nel secondo è superiore.
Infine, Eurostat evidenza un aspetto importante da considerare legato a questi numeri: ovvero, che non sempre il lavoratore è incentivato dal proprio Stato a denunciare un infortunio occorso a causa di sistemi di denuncia poco sviluppati, di non sufficienti leggi di tutela o da scarsi incentivi finanziari. Di conseguenza, potrebbero esserci dei problemi di sottostima di questo fenomeno (un problema, tuttavia, che riguarda principalmente gli eventi dall’esito non fatale, dal momento che gli incidenti mortali sono più difficili da nascondere o alterare).
Nel 2021 in aumento infortuni sul lavoro in Europa
