Roma, 23 maggio 2022 – “È passato un anno, ma nessuno si è fatto sentire. Ci hanno tutti abbandonato, non ci hanno fatto neanche le condoglianze. È peggio del ponte Morandi”. Queste le amare parole della signora Teresa, mamma di Elisabetta Personini e nonna del piccolo Mattia, due delle quattordici vittime del Mottarone. “Vogliamo conoscere la verità e che giustizia sia fatta in fretta”, aggiunge la donna, mentre cammina sulla montagna dove oggi, anniversario dell’incidente alla funivia, è stato inaugurato un cippo ai caduti e si è tenuta una messa.
“Fare giustizia è doveroso, la città di Stresa lo chiede con forza e vi abbraccia tutti”, dice la sindaca della cittadina sul Lago Maggiore, Marcella Severino, rivolgendosi ai parenti delle quattordici vittime. All’inaugurazione del cippo commemorativo la prima cittadina, visibilmente commossa, ha ricordato la domenica 23 maggio di un anno fa, quando la cabina n.3 della funivia che dalle sponde del lago saliva in cima alla Montagna è precipitata. “Ricordo la disperata ricerca di un battito, di un respiro tra tutti quegli zainetti simbolo di un giorno che doveva essere di festa – ha sottolineato – Invece c’era solo silenzio. Poi qualche giorno dopo le coltellate, quando si è scoperto che forse si poteva evitare…”.
Mottarone, la sindaca: “Si poteva evitare”
