Roma, 14 gennaio 2022 – Si chiama FaceBit ed è il piccolo sensore sviluppato dalla Northwestern University che si attacca alle mascherine Ffp2 e chirurgiche in grado di registrare in tempo reale il battito cardiaco, la respirazione di chi la porta e ulteriori parametri.
Le informazioni raccolte vengono trasmesse in modalità wireless a un’applicazione per smartphone, che contiene una scheda per il monitoraggio dello stato di salute attuale. L’applicazione può avvisare immediatamente l’utente in caso di criticità, come un battito cardiaco elevato o un problema legato alla mascherina stessa, ad esempio qualora sia allentata o non molto performante dopo diverse ore. I dati fisiologici potrebbero essere usati, secondo gli studiosi, anche per prevedere l’affaticamento, lo stato di salute fisica e lo stato emotivo.
L’energia che alimenta la batteria del dispositivo può provenire da molteplici fonti ambientali, inclusa la forza del respiro dell’utente, il movimento e il calore dal respiro e dal sole prolungando la durata della batteria stessa.
“Volevamo progettare – ha spiegato Josiah Hester della Northwestern, che ha guidato lo sviluppo del dispositivo – una mascherina intelligente per gli operatori sanitari che non avesse bisogno di essere collegata in modo scomodo durante il turno di lavoro”. “Abbiamo aumentato l’energia della batteria con la raccolta da varie fonti – ha aggiunto – il che significa che si può indossare la mascherina per una o due settimane senza dover caricare o sostituire la batteria”.
Sebbene il team abbia valutato il dispositivo su volontari in scenari del mondo reale, lo studioso evidenzia che FaceBit deve ancora essere sottoposto a studi clinici e convalide. Il team ha rilasciato il progetto come open source e hardware aperto in modo che anche altri possano costruire e convalidare il dispositivo.
Le mascherine ‘smart’ che sorvegliano la salute
