Roma, 14 settembre 2021 – I casi di conseguenze a lungo termine dopo una malattia da Covid-19 si moltiplicano; sempre più pazienti lamentano i cosiddetti “sintomi da long Covid”. In Alto Adige ora un accordo stipulato tra Azienda sanitaria e Inail permette di vedersi riconosciuti anche dal punto di vista della medicina del lavoro i danni a lungo termine in seguito a infezioni lavoro-correlate.
Poiché l’Inail, come Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro, è competente per il recupero della salute fisica e psichica delle lavoratrici e dei lavoratori, secondo la dirigente medico della direzione provinciale Inail Ornella Capozzi sarebbe una logica conseguenza che anche i costi per l’assistenza e il trattamento dopo infezioni lavoro-correlate fossero a carico dell’Inail. Concretamente si tratta di classificare i disturbi, i quali compaiono talvolta anche più di 12 settimane dall’inizio della malattia, nel caso in cui via sia la conferma degli specialisti dell’ambulanza Long Covid, come “danni biologici”. A tal fine le persone notificate dalla specialista di medicina del lavoro vengono sottoposte entro 7 giorni nell’ambulanza Long Covid a una minuziosa visita, tra cui una valutazione neurologica.
Il direttore generale, Florian Zerzer, sottolinea l’importanza della procedura: “Purtroppo constatiamo che sempre più persone dopo un’infezione da Coronavirus devono lottare contro i postumi per settimane e mesi. Soprattutto per le persone che si sono procurate la malattia nell’ambito della propria attività lavorativa, costituisce ora un grande sollievo il fatto di potersi far curare in un’ambulanza per il long Covid e che l’Inail lo riconosca anche dal punto di vista della medicina del lavoro”.
Giovanna Pignataro, direttrice provinciale dell’Inail: “Tramite quest’accordo abbiamo intrapreso i necessari primi passi per il rafforzamento della collaborazione nell’assistenza delle lavoratrici e lavoratori in queste situazioni difficili.
Con questo abbiamo creato una base per approfondire conoscenze mediche dopo il decorso della malattia e per sostenere la riabilitazione fisiopsichica al meglio.”