Roma, 24 maggio – Gli ultimi fatti di cronaca hanno portato alla ribalta il tema della sicurezza sul lavoro facendo riflettere opinione pubblica e istituzioni su una strage silenziosa che non accenna a fermarsi.
I dati che riguardano gli infortuni sul lavoro sono tutt’altro che incoraggianti: oltre 128.000 infortuni denunciati all’INAIL nei primi tre mesi dell’anno di cui 50.000 sono donne. In occasione della giornata di mobilitazione per la sicurezza sul lavoro promossa da CGL, CISL e Uil, la giornalista Bruna Fattenotte ha intervistato l’invalida del lavoro e socia ANMIL Alessandra Pigliapochi, una giovane operaia di Roma vittima di un incidente sul lavoro dopo appena tre mesi di attività presso una fabbrica di tornitori esterni. Alessandra racconta con molta semplicità alla giornalista di RAI2 la sua storia e dice basta! A schiacciarle entrambe le mani è stata una pressa destinata a piegare lamiere di acciaio, un macchinario vecchio che aveva già dato segni di malfunzionamento e che non aveva i dispositivi di sicurezza. Non una semplice fatalità quindi, ma un avvenimento frutto di gravi negligenze che poteva essere evitato. Dopo ben cinque interventi e le cure necessarie, Alessandra racconta di aver recuperato la manualità solamente in parte e non nasconde le conseguenze anche sul piano psicologico causate dall’infortunio come gli attacchi di panico di cui ha sofferto nel primo periodo e la paura per tutto ciò che poteva ricordare una pressa. Sottolinea che non bisogna solo parlarne, ma agire sempre, subito, ogni giorno.
Lavoro: Sindacati, 20 maggio, mobilitazione per la sicurezza
