Inapp, 531mila apprendisti ma si stenta a usarli

Roma, 5 agosto 2022 -L’apprendistato, che potrebbe essere una soluzione alla mancanza di manodopera, è “ancora largamente sottoimpiegato”. È quanto evidenziato nel corso della presentazione dei risultati del XX Rapporto sull’apprendistato realizzato dall’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche (Inapp) in collaborazione con il Ministero del Lavoro e l’Inps. 
“Abbiamo una carta importante da giocare per il mercato del lavoro, ma stentiamo ad utilizzarla. L’apprendistato potrebbe essere uno strumento fondamentale per rispondere a quella domanda di figure professionali che ancora mancano sul mercato, eppure stenta a decollare”, afferma il Presidente dell’Inapp, Sebastiano Fadda.
Il numero medio di rapporti di lavoro è di 531.035 nel 2020, con una riduzione del 5,4% rispetto all’anno precedente. La diminuzione, nell’anno del Covid, interrompe una crescita che durava dal 2016 con un aumento del 47% in tre anni.
In particolare, il numero di rapporti di lavoro avviati cala di oltre il 30% nel 2020, fino a a 274.641. Allo stesso tempo – anche come conseguenza del blocco dei licenziamenti e della Cassa Integrazione Covid-19 – si assiste ad una rilevante contrazione delle cessazioni dei rapporti di lavoro: 150.080 (-24,7% dal 2019). Ad emergere anche criticità sul fronte della formazione.
La riduzione del numero medio di rapporti di lavoro riguarda tutte le ripartizioni geografiche ma risulta più consistente al Centro (-8,1%) e al Nord Est (-6%).
La tipologia più diffusa risulta essere quella dell’apprendistato professionalizzante (con un peso pari al 97,7% dei casi) e vede, nel corso degli ultimi dieci anni, un tasso di apprendisti inseriti nei percorsi di formazione pubblica rispetto al totale di circa il 30%.