Roma, 8 ottobre 2021 – I ricercatori del Laboratorio di ergonomia e fisiologia del DiMEILA Inail (Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale) hanno realizzato una scheda informativa intitolata “Metodologie innovative per la valutazione del rischio biomeccanico”, consultabile e scaricabile gratuitamente dal portale dell’Istituto. Il documento è il primo di una serie di pubblicazioni che realizzate, nell’ambito della Campagna europea Eu-Osha 2020-2022, mirano a presentare e ad approfondire nuovi strumenti idonei ad individuare e a valutare il rischio biomeccanico nei contesti professionali.
Stando agli open data messi a disposizione dall’Istituto, in Italia, nel 2020, le malattie professionali del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo sono state il 69% del totale delle patologie denunciate. Tra le attività professionali che possono provocare questo tipo di problematiche: il sollevamento manuale di carichi pesanti, spinta e traino, azioni ripetitive, comportamenti che richiedano il mantenimento di posture incongrue e statiche. Secondo i dati Inail, riportati nella scheda, le attività caratterizzate da movimenti ripetitivi hanno determinato il 64% dei casi di patologie di origine professionale degli arti superiori; la movimentazione dei carichi pesanti ha provocato il 55% di malattie alla schiena.
Tra le nuove tecnologie di rilevazione prese in esame nello studio, i sistemi optoelettronici che utilizzano telecamere all’infrarosso in grado di riconoscere e acquisire il movimento tridimensionale di marker passivi riflettenti collocati su determinati punti di repere anatomici e poi di ricostruirne il comportamento tramite appositi programmi informatici. Altro sistema di indagine è costituito dai sensori inerziali, dispositivi che permettono di effettuare acquisizioni in tempo reale del movimento nei luoghi di lavoro per una tempestiva valutazione del rischio. Tra le nuove metodologie anche l’elettromiografia di superficie, metodica strumentale che rileva l’attività elettrica dei muscoli sulla superficie della cute. Tra i sistemi di rilevazione figurano anche i sensori miniaturizzati per EMGs e IMUs che permettono una valutazione strumentale quantitativa del rischio biomeccanico direttamente sul campo grazie anche alla possibilità di trasferire wireless i dati acquisiti. Nella scheda informativa per ogni metodologia vengono indicati vantaggi e limiti.
Infine, nella pubblicazione viene dedicato uno spazio anche ai progetti MELA (Miniaturized sEmg for lifting activities) e SOPHIA (Socio-physical interaction skills for cooperative human-robot systems in agile production), con cui si stanno sviluppando reti di sensori miniaturizzati ed un programma strumentale di valutazione del rischio biomeccanico in diverse attività di movimentazione manuale dei carichi. Le sonde MELA sono compatibili con gli indumenti di lavoro. Non interferendo con la normale strategia motoria, i sensori consentiranno di monitorare in tempo reale il rischio biomeccanico, visualizzando su un monitor il livello di pericolo, e fornire un feedback al lavoratore.
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