INAIL in udienza da Sua Santità. “La vita non ha prezzo”

14 marzo 2023 – “L’attività del vostro Istituto è doppiamente preziosa, sia sul versante formativo per prevenire gli infortuni sul lavoro, sia sul versante di accompagnamento degli infortunati e di sostegno concreto alle loro famiglie. Il servizio a cui vi dedicate consente di non far sentire nessuno abbandonato a se stesso”. Sono le parole pronunciate da Sua Santità Papa Francesco lo scorso giovedì accogliendo in udienza una delegazione INAIL composta da vertici e rappresentanza. “La cura per la qualità del lavoro, come pure per i luoghi e per i trasporti  è fondamentale se si vuole promuovere la centralità della persona”, ha aggiunto il Pontefice,  “quando si degrada il lavoro, si impoverisce la democrazia e si allentano i legami sociali. È importante fare in modo che siano rispettate le normative sulla sicurezza: non possono mai essere viste come un peso o un fardello inutile”.
Il significativo messaggio pronunciato da Francesco è continuato sottolineando come la vita non abbia un prezzo e come “senza tutele la società diventa sempre più schiava della cultura dello scarto. Finisce per cedere allo sguardo utilitaristico nei confronti della persona, piuttosto che riconoscere la sua dignità”. La denuncia del Santo Padre è rivolta a come “la tremenda logica che diffonde lo scarto si riassume nella frase: vali se produci, se non produci non vali niente. Così conta solo chi riesce a stare nell’ingranaggio dell’attività e le vittime vengono messe da parte, considerate un peso e affidate al buon cuore delle famiglie”.
Incisiva la riflessione sulla soggettività di ogni infortunato sul lavoro, su come non esista l’infortunato, bensì “il nome e il volto di chi ha subito un infortunio. Vi incoraggio a guardare in faccia tutte le forme di inabilità che si presentano – ha proseguito il Papa – Non solo quelle fisiche, anche quelle psicologiche, culturali e spirituali. L’abbandono sociale ha riflessi sul modo in cui ciascuno di noi guarda e percepisce se stesso. ‘Vedere’ l’altro significa anche trattare le persone nella loro unicità e singolarità, facendole uscire dalla logica dei numeri.Non rinunciate alla compassione, che è la premessa della condivisione. Si tratta di sentire nella propria carne la sofferenza dell’altro. È il contrario dell’indifferenza, che porta a girare lo sguardo altrove, a tirare dritto senza lasciarsi toccare interiormente”.