Il #lockdown degli infortuni sul lavoro (@inailgov #covid-19) a cura di Franco D'Amico - Esperto statistico

Roma, 12 giugno 2020Anche nel mese di aprile la pandemia da #coronavirus ha praticamente “bloccato” gli infortuni sul lavoro. Già nel precedente mese di marzo, anch’esso in piena pandemia, vi era stato un calo intorno al 40% per tutte le componenti del fenomeno infortunistico. 
Ad aprile la flessione è stata ancora più consistente: gli infortuni sono diminuiti del 40,5% rispetto ad aprile 2019, i morti sul lavoro del 46,6% (da 58 a 31) e le malattie professionali addirittura dell’87% (da 5.360 a 708). 
Tuttavia è opportuno precisare che quest’ultimo dato non è sostanzialmente significativo in quanto le tecnopatie, al contrario degli infortuni che sono eventi traumatici di effetto immediato, hanno bisogno di tempi di latenza più o meno lunghi (per le neoplasie da asbesto si arriva addirittura a 30/40 anni) prima di manifestarsi ed essere quindi denunciate. 
Evidentemente i lavoratori che hanno accusato patologie lavorative in questi mesi di forzata clausura hanno ritenuto opportuno rinviare le denunce che, c’è da presumere, subiranno una impennata nei prossimi mesi quando, si spera, la situazione si sarà placata.
Riteniamo, inoltre, che il confronto tendenziale mese su mese sia più significativo ed esplicativo degli effetti della pandemia sulla produzione, sulle ore lavorate e, di conseguenza, sull’esposizione al rischio e sugli eventi lesivi. 
I dati comunicati dall’INAIL per il quadrimestre gennaio-aprile, risentono infatti del conteggio dei mesi di gennaio e febbraio, ancora immuni dal virus, e quindi non omogenei per un confronto corretto con l’omologo quadrimestre del 2019. 
Tornando ai dati del mese di aprile 2020, c’è da rilevare che, in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori di attività più o meno interessati dal lockdown, la sanità fa registrare aumenti elevatissimi: +413% per gli infortuni (da 1.500 circa a 8.000) mentre i deceduti sono passati da 1 caso di aprile 2019 a 17 nell’aprile 2020.
Va ricordato, a tale proposito, che sono oltre 43.000 le denunce di infortunio sul lavoro arrivate all’INAIL fino al 15 maggio per contagio da Covid 19, di queste sono 171 quelle da infortunio mortale, la metà delle quali riguarda il personale sanitario. Nove decessi su 10, in particolare, sono concentrati nelle fasce di età 50-64 anni (70,8%) e over 64 anni (19,3%). Il 71,7% dei lavoratori contagiati è composto da donne e il 28,3% da uomini, ma il rapporto tra i generi si inverte nei casi mortali dove i decessi degli uomini sono pari all’82,5% del totale.
Un triste eroico sacrificio di chi per curare noi tutti non si è potuto curare di se stesso. 

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