Roma, 25 marzo 2020 – In questi giorni di allarme virus #Covid-19 le Federazioni rappresentanti i disabili avanzano nuove richieste a tutela della categoria. Nello specifico, FAND (Federazione tra le associazioni nazionali dei disabili) e FISH (Federazione per il Superamento dell’Handicap) hanno sollecitato all’Ufficio per la promozione dei diritti delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’integrazione delle misure adottate fino ad oggi con ulteriori disposizioni a tutela e a sostegno delle persone e delle famiglie. In particolare, le richieste per rafforzare il supporto alle famiglie con disabilità riguardano scuola, centri diurni e residenziali e lavoro.
Eccole nel dettaglio:
– SCUOLA
FISH e FAND chiedono che le istituzioni scolastiche attivino al domicilio degli alunni e studenti con disabilità la continuità didattica attraverso gli insegnanti di sostegno ad essi assegnati e per le ore corrispondenti a quelle indicate singoli PEI. Stesso discorso per la continuità degli interventi domiciliari degli assistenti all’autonomia ed alla comunicazione e/o per l’assistenza igienico personale.
– CENTRI DIURNI
In considerazione della chiusura o della riduzione dei servizi dei centri diurni, FISH e FAND chiedono provvedimenti per evitare che l’intero carico assistenziale ricada sulle famiglie, già molto provate, alleviandole almeno per alcune ore, e per evitare che le persone con disabilità vedano interrotti i propri percorsi educativi, didattici, assistenziali, sanitari.
FISH e FAND richiede interventi affinchè Aziende Sanitarie e Socio Sanitarie garantiscano, in sostituzione e/o integrazione delle attività dei centri diurni, analoghe prestazioni domiciliari e rafforzino le attività domiciliari in atto, relative sia alle prestazioni di assistenza che a quelle di carattere sanitario. A supporto di queste richieste si evidenzia anche come tali provvedimenti gioverebbero anche ai lavoratori che erogano servizi di assistenza, la cui interruzione ha avuto ripercussioni molto negative sia in termini economici che occupazionali.
– CENTRI RESIDENZIALI PER PERSONE CON DISABILITÀ
Per quanto riguarda i centri residenziali in cui vivono persone con disabilità, spesso anziane e con un pregresso complesso quadro clinico, a tutela della loro salute e quella degli operatori che se ne prendono cura e carico, si chiede di predisporre specifici protocolli e procedure per affrontare i casi di contagio all’interno delle strutture e che possono essere gestiti senza necessità di ricovero in strutture sanitarie esterne. Allo stesso tempo occorre approntare specifiche indicazioni e protocolli per gestire situazioni che necessitano di ricovero in strutture sanitarie esterne, in reparti di terapia intensiva o pre-intensiva, specie per persone con disabilità non collaboranti.
Si richiede, inoltre, l’emanazione di provvedimenti atti a sostenere il settore, senza alcuna penalizzazione, né dal punto di vista economico né dal punto di vista occupazionale. FISH e FAND segnalano, infatti, la forte preoccupazione espressa dalle famiglie e dagli enti del terzo settore in merito alle ripercussioni economiche ed occupazionali che potrebbero mettere a serio rischio la stessa prosecuzione dei primari ed irrinunciabili servizi in discorso nonché il mantenimento dei livelli occupazionali del personale che rappresenta un patrimonio imperdibile di competenze e sensibilità, senza il quale, in moltissimi casi, sarebbe posta a rischio la stessa sopravvivenza delle persone con disabilità di cui questi Enti, operatori e professionisti si prendono cura e carico.
– LAVORO
Considerando i maggiori carichi assistenziali per i lavoratori che assistano familiari con disabilità, si chiede,in via straordinaria, di aumentare i permessi lavorativi previsti dalla legge 104 e di non computare, ai fini del limite complessivo (di due anni), i periodi di congedo retribuito (ex art. 42, comma 5 del d.lgs 151/2001) fruiti durante l’emergenza.
Si chiede, inoltre, di aumentare anche i permessi lavorativi previsti dalla legge104 per i lavoratori con disabilità (i 3 giorni mensili o due ore giornaliere), a fronte dei maggiori disagi subiti.
In considerazione dei maggiori rischi di esposizione al contagio per i lavoratori con disabilità grave, per la durata dell’emergenza, si chiede che a questi vengano concessi anche i congedi retribuiti attualmente riservati ai soli lavoratori che assistano familiari con disabilità, eventualmente a fronte di specifica attestazione medica che certifichi la presenza di particolari patologie (es. oncologiche, oncoematologiche, con compromissioni respiratorie o cardiologiche).
Infine, di rafforzare le misure già messe in campo per lo smart working, accordando priorità ed attenzione ai dipendenti con un quadro clinico a rischio, con disabilità gravi che siano maggiormente esposte ai rischi sanitari dell’emergenza.