Dati INAIL sugli infortuni nell’industria manifatturiera

Roma, 8 giugno 2023 – È stato pubblicato il nuovo periodico Dati Inail dedicato all’analisi dell’andamento infortunistico e tecnopatico nel settore manifatturiero.
Secondo i dati elaborati dall’Istituto, dopo il forte calo del 2020, nel 2021 le denunce di infortunio sul lavoro nell’industria manifatturiera, che si contraddistingue per la varietà e complessità di attività svolte, sono aumentate del 17,1%, rimanendo comunque su livelli inferiori rispetto al triennio 2017-2019. Nello stesso periodo i decessi hanno fatto registrare una contrazione di 40 denunce, ma sul dato del 2020 hanno pesato molto di più le morti legate alle infezioni da Covid-19 di origine professionale. Le 208 vittime del 2021, infatti, sono in linea con il dato medio del triennio pre-pandemia.
L’aumento delle denunce di infortunio rilevato nel 2021 ha interessato tutte le attività a eccezione della fabbricazione di prodotti farmaceutici e dell’industria del tabacco. Le attività nelle quali si contano più infortuni e casi mortali sono la fabbricazione di prodotti in metallo (22% delle denunce e 23% dei decessi di tutto il manifatturiero) e la fabbricazione dei macchinari (13% per entrambi). Gli infortunati sono prevalentemente uomini (85%), con differenze significative, però, tra i vari comparti: nell’abbigliamento sono meno di un terzo, nella farmaceutica circa il 60%, mentre sono la quasi totalità – più di nove casi su 10 – nella metallurgia e, in generale, nelle industrie che lavorano minerali e metalli.   
Nell’ultimo quinquennio si è rilevata una crescita dell’età degli infortunati.
Inoltre, oltre i tre quarti delle denunce sono concentrate nel Nord del Paese, il 14% nel Centro e circa il 10% nel Meridione, mentre per i decessi scende la quota del Nord (65%) e sono più elevate quelle del Centro (17%) e del Sud e Isole (18%).
Per quanto riguarda le malattie professionali, le più frequenti nel settore manifatturiero sono quelle a carico del tessuto muscolare e del tessuto connettivo, che colpiscono in prevalenza i maschi. Seguono, le malattie del sistema nervoso, che vedono maggiormente interessate le donne.
Quasi un terzo delle malattie riguarda l’attività di fabbricazione di prodotti in metallo e le industrie alimentari.
Infine, è emerso che il 71,4% delle patologie denunciate riguarda il personale maschile, mentre per le femmine la quota è stata del 28,6%. Queste proporzioni rimangono pressoché invariate lungo tutto l’arco del quinquennio, ma in alcune particolari lavorazioni svolte prevalentemente da personale femminile, per esempio nella confezione di articoli di abbigliamento, il rapporto tra i generi si inverte.