14 novembre 2023 – Raccontare con dolcezza e il sorriso le proprie storie quotidiane, quelle di una famiglia all’interno della quale vive una persona segnata da una grave disabilità. E sfidare con allegria un mondo che, alla disabilità, è spesso ostile: in prima linea combattivi – ma anche comprensivi – e, soprattutto, uniti in questa “battaglia” da un amore infinito. Il profilo social di questa famiglia di Salerno – noto ormai a quasi due milioni di follower tra TikTok e Instagram – è “Martuccia09”, un “team” composto da mamma Paola Sivoccia, dal papà Fabio, dalla quattordicenne Marta e dal suo fratellino minore.
Marta è “Martuccia”, costretta da sempre su una sedia a ruote a causa di una paralisi cerebrale infantile. E le “scorribande” di questa famiglia sui social che riscuotono tanto enorme successo raccontano le disavventure quotidiane di chi è costretto a scontrarsi con una realtà spesso indifferente a chi è disabile: un diario “scritto” con incredibile ironia e una commovente tenerezza che segue, giorno dopo giorno, fatiche e progressi del percorso di crescita di questa splendida ragazza.
“Noi raccontiamo quel che facciamo, senza spettacolarizzare”, è la ricetta di mamma Paola.
È stata lei a inventare un adesivo tanto semplice quanto efficace: la riproduzione antropomorfizzata di un escremento, simile a quello delle emoji presenti su tutti gli smartphone. Un adesivo che appiccica, quando porta in giro Martuccia, sulle auto parcheggiate all’altezza degli scivoli per disabili. “Incredibile quanta poca attenzione ci sia per quelli come Marta – dice Paola – Gli automobilisti colti in flagrante chiedono scusa, lo fanno per superficialità, senza malizia. Ma sa quanto ci costa ogni barriera architettonica lungo i marciapiedi di Salerno? E se con Marta ci sono io, come fanno i disabili potenzialmente autosufficienti?”
Le storie dei “Martuccia09” fanno furore proprio per la loro carica di vitalità e profondità, priva di ogni forma di retorica. “Lo facciamo anche e soprattutto per quei genitori, tantissimi, che così prendono coraggio – continua Paola – Da quando abbiamo iniziato a raccontare la storia di Marta, tante mamme mi hanno scritto ringraziandomi. Io restavo allibita: non do lezioni, mostro solo quel che facciamo. Insomma, non c’è nulla di finto”. E ai pochi che l’accusano di “spettacolarizzare” la disabilità Paola replica: “Nulla di più falso, dovrei limitare la spinta alla condivisione solo perché mia figlia non è normodotata?”
Certo, non si nascondono i “Martuccia”, questo è un approdo originato pur sempre dal dolore. Ma è un dolore che, nel tempo, è stato sublimato da una inarrestabile carica di vitalità. “Ci siamo fatti coraggio, io e mio marito. Lui mi diceva che dovevamo pensare solo a rimboccarci le maniche, a nulla servivano i rimpianti. A nulla i se, a nulla i ma – conclude mamma Paola – E così abbiamo iniziato a goderci nostra figlia, i suoi progressi: sa che oggi sono gli utenti dei social, a volte più attenti di noi, a sottolineare un piccolo grande passo in avanti di Martuccia?”.
Sfidare con allegria un mondo ostile alla disabilità
