6 ottobre 2022 – L’Italia è stata criticata dal Comitato delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità per l’incapacità di “fornire servizi di supporto individualizzati a una famiglia di persone con disabilità” in violazione dei loro diritti alla vita familiare, a vivere in modo indipendente e a uno standard di vita adeguato.
L’ammenda arriva a seguito della denuncia presentata al Comitato da una cittadina italiana, M.S.B., che si prende cura della figlia e del partner, entrambi con disabilità, che necessitano di cure continue. La donna sosteneva l’intera famiglia lavorando in telelavoro fino a quando, nel 2017, non le è stato più permesso di continuare a lavorare da remoto. Poiché l’ordinamento italiano non prevede alcuna tutela giuridica per i caregiver familiari in materia di assistenza, indennità o malattia, M.S.B. non aveva diritto a ricevere alcun compenso o sostegno economico. Si è così rivolta al Comitato ONU per i diritti delle persone con disabilità per sé e per conto della figlia e del partner, sostenendo che i loro diritti ai sensi della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità erano stati violati.
Dal Comitato è arrivata una pronuncia all’avanguardia, con la quale il nostro Paese viene esortato a fornire un adeguato compenso a M.S.B. e la sua famiglia, ad adottare misure appropriate per garantire che la famiglia abbia accesso a servizi di supporto individualizzati adeguati e a prevenire simili violazioni in futuro. Il Comitato ha così riconosciuto la violazione del diritto al sostegno sociale di un caregiver familiare, collegato alla protezione delle persone con disabilità. “Il Comitato ha affermato di essere a conoscenza di casi in cui i diritti delle persone con disabilità non possono essere realizzati senza la protezione dei caregiver familiari e ha concluso che la Convenzione riconosce il diritto dei caregiver familiari alla protezione dello Stato, a condizione che questo riconoscimento sia indissolubilmente legato alla protezione dei diritti dei familiari con disabilità” si legge nel comunicato ONU.
Il Comitato ha inoltre riscontrato che l’incapacità da parte dello Stato italiano di fornire alla famiglia un sostegno adeguato, incluse un’assistenza per le spese relative alla disabilità, formazione o consulenza, ha costituito una violazione dei diritti della figlia e del partner di M.S.B. ai sensi della Convenzione.
Fonte – ANSA