2 novembre 2023 – Si è concluso dopo cinque ore, presso la procura di Ivrea, l’interrogatorio di Andrea Girardin Gibin, uno degli indagati per l’incidente ferroviario alla stazione di Brandizzo dello scorso 30 agosto dove persero la vita cinque operai travolti sui binari da un treno in transito.
L’uomo, capo cantiere della Sigifer di Borgovercelli, è accusato di omicidio colposo e disastro ferroviario ed è indagato insieme ad Antonio Massa, il capo scorta di Rfi che diede il via libera ai lavori sulla linea ferroviaria. I due sono gli unici sopravvissuti a quella drammatica notte e dovranno rispondere dei reati di omicidio colposo e disastro ferroviario con dolo eventuale.
Girardin Gibin ha raccontato ai magistrati che indagano sul disastro, le pm Valentina Bossi e Giulia Nicodemi, la sua versione degli ultimi istanti di quella notte e i minuti che precedettero l’arrivo del convoglio. Obiettivo delle magistrate, coordinate dalla procuratrice capo Gabriella Viglione, ricostruire i passaggi precisi della tragedia: cosa successe davvero, quali furono le eventuali responsabilità del caposquadra della Sigifer del capo scorta di Rfi e se era fosse prassi consolidata che le squadre di lavoro operassero sulla linea senza aver avuto il via libera per l’interruzione della linea, pratica denunciata in queste settimane da molti colleghi dei cinque operai uccisi.
Secondo quanto dichiarato, Girardin Gibin scampò al disastro perché – trovandosi con lo sguardo rivolto verso la direzione del treno in arrivo – alla vista dei fari del locomotore, quasi d’istinto, si gettò rotolando lungo la massicciata, mettendosi in salvo.
Nel ricostruire l’accaduto Girardin Gibin avrebbe confermato la ricostruzione dei fatti già emersa nell’immediatezza dell’incidente, chiamando in causa in particolare proprio Massa. L’uomo ha confermato che la squadra di operai aveva iniziato i lavori dopo il via libera ricevuto da Massa, che prossimamente sarà interrogato in procura a Ivrea.
Brandizzo, interrogato uno degli indagati
