Bettoni: 4 morti sul lavoro, vogliamo più concretezza

“Siamo a pochi giorni dalla Giornata mondiale della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro indetta dall’ILO per il prossimo 28 aprile e dalla Festa del 1° maggio dedicata al Lavoro e contare ben 4 morti e 2 feriti gravi nella sola giornata del 24 aprile (stando a quanto emerge dai media da noi rassegnati) rappresenta per noi uno schiaffo alla credibilità di quanto sulla carta sembra si stia facendo e dimostra quanto siano diventate sempre meno credibili le motivazioni addotte sull’aggravarsi del fenomeno infortunistico”, dichiara il Presidente dell’ANMIL Franco Bettoni.

“Insomma, per un paese civile quello del 24 aprile è un giorno indegno che getta sulla nostra economia un pesante macigno che pesa sulla coscienza di tutti”, aggiunge Bettoni nel riepilogare alcuni dei gravi incidenti accaduti. “Sin nella tarda mattinata di questa giornata a Sestu (CA), un operaio di 65 anni è stato travolto e ucciso da un furgone mentre stava lavorando con una squadra in un terreno agricolo; poi nel Porto di Livorno la notizia di un operaio 51enne che ha perso la vita a bordo di una nave della compagnia Moby, attraccata alla Calata Carrara, mentre stava effettuando delle manovre alla guida di un muletto nel garage della nave; e ancora a Savigliano (CN) muore un artigiano di 44 anni, impegnato nel taglio di alcuni tubi del vecchio impianto di riscaldamento che si trovava su un cestello nell’ex capannone Origlia; infine a Salerno è deceduto Nicola Palumbo, di 54 anni, originario di Ravello, a causa di un montacarichi che si è staccato all’improvviso cadendo sul cranio dell’uomo: sono gli incidenti che hanno sconvolto la vita di 4 famiglie e a cui va tutto il nostro cordoglio”, prosegue il Presidente dell’ANMIL.

“Assistiamo con profondo sgomento a tragedie prevedibili e ingiustificate – commenta ancora Bettoni – che dimostrano quanto sia ancora lontana l’era della sicurezza negli ambienti di lavoro”.

Secondo gli ultimi dati disponibili rilevati dall’Open Data INAIL, in Italia nei mesi gennaio-febbraio 2019 le denunce d’infortunio sul lavoro sono state 100.290 (a fronte delle 96.121 del 2018 con variazione rispetto al 2019 del +4,33%), ben 121 quelle relative ai casi con esito mortale (a fronte delle 125 del 2018 con una variazione rispetto al 2019 impercettibile) e 9.937 quelle riguardanti le malattie professionali (a fronte delle 9.936 del 2018 con una variazione rispetto al 2019 dello +0,01%).

“Per questo chiediamo con forza al Governo che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro vengano inserite tra le priorità dell’agenda istituzionale – aggiunge il Presidente dell’ANMIL – e, in particolare riteniamo che le iniziative in merito si traducano nell’investimento di adeguate risorse per la diffusione e per il rispetto della prevenzione, nel potenziamento dei controlli e dell’attività ispettiva, nonché nel rafforzamento di azioni mirate alla formazione dei lavoratori cominciando dal mondo della scuola, come facciamo noi da oltre 20 anni”.

“Di lavoro purtroppo si continua a morire – conclude il Presidente dell’ANMIL – perché questi numeri evidenziano come in questi anni non si è fatto abbastanza per costruire una solida cultura della prevenzione dei rischi nei datori di lavoro e nei lavoratori. Da una parte si fatica a vedere la sicurezza come un valore aggiunto, un investimento, e dall’altra non si dimostra sufficientemente matura la consapevolezza dei rischi presenti all’interno di un ambiente di lavoro”.

 

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