Roma, 8 novembre 2021 – “Ho perso mio marito 10 anni fa, a soli 37 anni, morto per essere salito su un tetto per montare pannelli fotovoltaici ma nessuno gli aveva detto che non era calpestabile e lui è precipitato da un’altezza di 12 metri morendo sul colpo. È morto come Giovanni” dichiara Debora Spagnuolo, Vice Presidente nazionale ANMIL originaria di Latina, che racconta con profondo rammarico quanto queste morti rispecchino una inaccettabile ripetitività.
“Purtroppo l’uso dei dispositivi di protezione resta solo sulla carta – sottolinea il Vice Presidente Spagnuolo – e la formazione prevista dal decreto 81 non è riuscita ad arginare questo tragico fenomeno”. Nel Lazio si è registrato, nei primi nove mesi del 2021 ,un incremento degli incidenti mortali sul lavoro denunciati all’INAIL pari al 19,7% in più rispetto all’anno precedente, mentre a Roma – dove è avvenuto l’incidente del giovane operaio che ha perso la vita oggi cadendo da un’impalcatura nei pressi di San Pietro – gli incidenti mortali registrati nei primi nove mesi del 2021 sono stati 85, a fronte dei 71 dell’anno precedente (+19,7%). Le malattie professionali denunciate nel 2020 sono state 2.180 e nel 2021 sono aumentate a 2.689 (+23,3%), mentre a Roma si è registrato un incremento del 18,7% (822 nel 2020 e 976 nel 2021).
“In ogni caso si tratta di dati che per infortuni e casi mortali nonché per malattie professionali mostrano un drammatico aumento che non lascia spazio a dubbi sulla mancanza di cultura della prevenzione. Siamo vicini alla famiglia – conclude Debora Spagnuolo – e non appena possibile ci costituiremo parte civile perché vengano chiarite le cause e le responsabilità dell’incidente”.
ANMIL vicina alla famiglia dell’operaio morto a Roma
