Nelle ultime settimane sono state molte le dichiarazioni sdegnate sull’attenzione riservata alle vittime sul lavoro, ma ci sembra sospetta la coincidenza temporale, anche se siamo consapevoli che ogni tema può essere utile ad attirare l’attenzione dei cittadini prossimi a votare, affinché gli indecisi e i meno informati dell’ultim’ora possano essere spinti a scegliere quello schieramento che si occupa degli argomenti a cui sono più sensibili. Ma noi, che seguiamo quotidianamente e non occasionalmente le questioni legate alla tutela delle vittime del lavoro, invitiamo a non cadere in queste trappole dialettiche senza costrutto, così come sta accadendo per l’attenzione esplosa tutta ad un tratto sul Fondo per le vittime di infortuni sul lavoro. Non c’è dubbio che per il 2018 la prestazione sia inferiore a quella degli anni precedenti, ma è certamente utile ricordare che questo Fondo è stato creato nel 2007 grazie alle nostre sollecitazioni istituzionali, avviando iniziative concrete di sostegno per offrire un aiuto immediato alle famiglie dei caduti sul lavoro, attraverso la Fondazione ANMIL “Sosteniamoli subito” costituita nel 2005, per consentire loro di affrontare i gravi problemi economici all’indomani della tragedia e che, nel corso degli anni scorsi, gli importi sono quasi sempre variati al ribasso e nessuno sembra mai essersene accorto, a parte noi. Purtroppo, anche nel 2018 è stata fissata una prestazione inferiore agli anni precedenti poiché il fondo è rimasto di identico valore e, ancora purtroppo, i morti sul lavoro sono aumentati. Si dimentica, tuttavia, che per il 2019 la legge di bilancio ha aumentato il fondo di 1 milione di euro, cioè di circa il 25% e ha portato il contributo per le spese funerarie da circa 2.000 euro a 10.000 euro, con un adeguamento complessivo che recupera e supera il valore perso nel corso degli anni. Tuttavia, sentiamo di sottolineare che il vero problema è invece l’intero impianto normativo sulla tutela assicurativa che risale ad oltre 50 anni fa, fatte salve le modifiche apportate con il decreto 38 del 2000 che hanno fortemente peggiorato le condizioni di tutti gli infortunati sul lavoro e non solo quelli delle famiglie dei caduti. Per questo ci aspettiamo che dopo le elezioni venga mantenuta alta l’attenzione su questi temi e si avvii quanto prima un tavolo di confronto e studio dal quale devono nascere azioni concrete per adeguare e rendere più equi i risarcimenti dell’Inail attraverso una totale revisione del Testo Unico Infortuni. Basti pensare che proprio i giovani, che hanno contratti di lavoro spesso irrisori, risultano i più penalizzati in quanto la rendita dell’Inail in caso di infortunio ha come parametro anche la retribuzione.
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