Roma, 4 aprile 2023 – “Non è un gioco” è la nuova indagine nazionale condotta da Save the Children che evidenzia come siano ancora molti i ragazzi e le ragazze coinvolti in attività lavorative prima dell’età consentita per legge, ovvero 16 anni.
La presentazione della ricerca si terrà oggi presso l’Auditorium di Save the Children a Roma (in Piazza San Francesco di Paola, 9) alla quale prenderà parte anche il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Marina Elvira Calderone.
Si stima che in Italia siano 336mila i bambini e gli adolescenti tra i 7 e i 15 anni (6,8%), e quasi un minore su 5, che hanno avuto esperienze di lavoro.
Inoltre, quasi il 40% dei minori e giovani adulti presi in carico dai Servizi della Giustizia Minorile (più di uno su 3) ha lavorato prima dell’età legale consentita e tra questi, più di un minore su 10 ha iniziato a lavorare all’età di 11 anni o prima e più del 60% ha svolto attività lavorative dannose per lo sviluppo e il benessere psicofisico.
Dai dati si evince che la percentuale di minori bocciata durante la scuola secondaria di primo o di secondo grado è quasi doppia tra chi ha lavorato prima dei 16 anni rispetto a chi non ha mai lavorato. Più che doppia la percentuale di minori con esperienze lavorative prima dell’età legale consentita che hanno interrotto temporaneamente la scuola secondaria di primo o secondo grado, rispetto ai pari senza esperienze lavorative.
“Per molti ragazzi e ragazze in Italia l’ingresso troppo precoce nel mondo del lavoro, prima dell’età consentita, incide negativamente sulla crescita e sulla continuità educativa, alimentando il fenomeno della dispersione scolastica. Sono ragazzi che rischiano di rimanere ingabbiati nel circolo vizioso della povertà educativa, con pesanti ricadute anche sull’età adulta” ha dichiarato Claudio Tesauro, Presidente di Save the Children.
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