Intervista alla direttrice del TG3 Giuseppina Paterniti

Tutela dell’ambiente e salute dei lavoratori in primo piano nella testata che fu di Sandro Curzi.

Un applauso per Radio ANMIL che debutterà il prossimo 30 settembre!

È trascorso quasi un anno da quando Giuseppina Paterniti ha assunto la direzione del TG3, il telegiornale del mitico Sandro Curzi, che era stato il suo direttore. E proprio in omaggio ai valori che quel periodo aveva rappresentato, la nuova sigla della testata si è vestita di verde, a dimostrazione del fatto che – sono parole della stessa Paterniti – si vuole dare un messaggio forte: “Chi si collega al nostro TG in qualche modo si ritrova a casa, sulla terza rete”. Così come ha fatto anche lei che, dopo anni all’estero come corrispondente da Bruxelles e la Vice Direzione della TGR, la Testata Giornalistica Regionale della RAI, è rientrata là da dove era partita, ma con il grado di direttrice. La chiamo al telefono proprio mentre sta per andare in onda il telegiornale delle 12 e lei mi risponde subito “Chiudo la porta e sono da te”. L’intervista incomincia. 

 

– Ci puoi fare un bilancio di questo primo anno e di ciò che hai ritenuto importante per introdurre cambiamenti? 
Quello che abbiamo provato a fare è stato scavare nella società italiana per mettere in evidenza e raccontare le grandi sfide del momento, a cominciare dalle diseguaglianze, che sono sempre più forti anche a causa del cambiamento della produzione e del reddito che si va assottigliando per alcune fasce. E poi ci sono le sfide dell’integrazione, del welfare e dunque della tenuta della democrazia. Raccontando tutto questo, al tempo stesso abbiamo voluto mettere in evidenza le grandi novità che possono rappresentare delle vere opportunità per il nostro Paese, come l’innovazione, l’investimento nell’ambiente e in un’economia verde per contrastare i cambiamenti climatici. E qui i giovani hanno fatto da guida. Abbiamo affrontato anche quelli che sono i problemi ormai perenni del nostro tempo, come la mancanza di sicurezza sul posto di lavoro, dando conto di quanto accade con frequenza purtroppo quotidiana: incidenti e morti. Abbiamo provato insomma a rappresentare e a raccontare storie apparentemente minori, che però testimoniano la vitalità del tessuto sociale italiano.

 

– Parlaci della nuova grafica e del ritorno al verde, il colore dell’ambiente che è anche legato alla salute e alla sicurezza dei cittadini.
Innanzitutto questa grafica testimonia la volontà di parlare ad un pubblico giovane, che ci segue sempre di più e con cui abbiamo intessuto in questi mesi un costante rapporto, a cominciare dalla grande mobilitazione sui mutamenti climatici per individuare, proprio a partire dalla protezione dell’ambiente, opportunità come gli investimenti in un’economia sostenibile che, nel rispetto della natura, dia più certezze per il futuro dei nostri giovani. Con la nuova grafica abbiamo anche voluto ricordare che viviamo in una fase di cambiamenti: le autostrade digitali che percorrono il globo rappresentano un’innovazione che è anche una opportunità in un mondo globalizzato. Ma al tempo stesso abbiamo strizzato l’occhio al nostro passato, al verde della sigla del TG3 di Curzi, riprendendo lo stesso logo di allora e rinnovandolo perché, in qualche modo, il globo ricorda la testina rotante, che all’epoca era quella della macchina per scrivere e che ora è innervata dalle autostrade digitali. 

 

– Tra i concetti che mi sono appuntata in occasione del debutto della nuova sigla, che è un po’ anche la mission del tuo TG3, ci sono i valori dell’antifascismo. Che cosa hai voluto trasmettere? 
Quando parlo di antifascismo, mi riferisco ai valori della solidarietà e della libertà, che sono proprio i nostri valori, i valori fondanti della nostra repubblica. In questi mesi abbiamo voluto mettere in evidenza come l’Italia sia nata con la costruzione di una Costituzione che ancora oggi risulta molto moderna, a tutela dei cittadini, della loro salute e della loro vita in un paese che è solidale. Ecco, abbiamo rappresentato tutto questo e continuiamo a raccontarlo, scegliendo ad esempio di fare lunghe copertine con immagini forti e storiche, come in occasione del 25 aprile e del 2 giugno e dando risalto alle azioni dei cittadini di cui il nostro paese può andare fiero.

 

– Il nuovo governo, a partire dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio Conte nel suo discorso programmatico alle Camere, ha messo l’accento sull’importanza della sicurezza sul lavoro. La stessa scelta di un ministro che arriva dalla Presidenza della Commissione Lavoro non può che essere un segno positivo. Un quadro istituzionale che vuole essere un incentivo a seguire questo tema ancora di più?
Noi seguiamo questo tema spesso con la cronaca che racconta, quasi come un bollettino di guerra, la tragedia degli incidenti e delle morti sul lavoro, ma lo seguiamo anche con i nostri approfondimenti per capire che cosa manca e che cosa si può fare. La precarietà del lavoro è certamente uno dei punti che favorisce la mancanza di sicurezza perché avalla anche minori investimenti a tutela dei lavoratori. C’è poi bisogno di controlli da parte dello Stato e di una vigilanza continua da parte dell’informazione. Su questo non ci tiriamo indietro e continueremo con gli approfondimenti, tornando con i nostri viaggi nel mondo della sicurezza del lavoro, anche in alleanza con l’ANMIL, che si occupa sempre di questo tema. Noi, come sai, abbiamo già fatto un viaggio di un’intera settimana nel mondo della sicurezza sul lavoro e intendiamo ritornare, anche al di fuori del telegiornale, proprio nei luoghi che nell’ultimo anno sono stati al centro di incidenti e di morti. Con questa logica vogliamo accompagnare il processo.

 

– Il fatto stesso che la delega sulla disabilità sia stata assegnata alla Presidenza del Consiglio può essere frutto di un aumentato interesse nei confronti di problematiche spesso frammentate. Anche questo può essere letto come un segno positivo? 
Certamente, questo è il segno che si tratta di un tema centrale e su cui c’è la massima allerta, la massima attenzione. Mi auguro che dia presto dei frutti. 

 

– Se le vittime del lavoro sono ancora all’ordine del giorno nel nostro paese,  non sembra che l’Europa sia messa meglio. L’Italia vanta ora due importanti incarichi a livello europeo con David Sassoli e Paolo Gentiloni, entrambi peraltro giornalisti. Come vedi questi loro ruoli e come possono sostenere i temi in cui l’ANMIL si impegna?
Io credo che sia di estrema importanza, sul piano delle scelte e dell’azione politica, avere in due punti strategici queste figure, il presidente del Parlamento europeo e il Commissario all’Economia, in quanto entrambi credono fortemente nella costruzione di un’Europa che pure ha bisogno di grandi cambiamenti. Mi riferisco soprattutto alle politiche economiche, che non possono essere soltanto legate agli spiccioli del patto di stabilità, ma vanno ricondotte alle grandi riforme e agli investimenti necessari per rilanciare il lavoro nel nostro continente. Non parlo soltanto dell’Italia perché – come sappiamo – la locomotiva dell’Europa non è più la Germania, dopo il contraccolpo subito a causa dei dazi americani. Mi auguro che nasca una seria riflessione su questi temi. Il fatto che ci siano degli italiani, in alcuni punti strategici, spero consenta una visione europeista in grado di portare a casa dei risultati importanti per il nostro paese.

 

– FNSI (Federazione Nazionale della Stampa Italiana) e USIGRAI (Sindacato dei Giornalisti della RAI) si sono schierati in prima linea contro le morti sul lavoro e hanno incontrato l’Amministratore Delegato della RAI, Fabrizio Salini, per chiedere che il Servizio Pubblico diventi la compagnia di bandiera di una grande iniziativa contro l’emergenza rappresentata dalle continue tragedie causate dal lavoro. Dunque si può fare di più? 
Si può fare di più e si può fare in maniera concertata. Noi sappiamo che, nel momento i cui i telegiornali e tutta l’informazione della Rai alzano l’asticella su questo tema e creano attenzione, possono maturare nel paese le condizioni per cui le scelte vengono cambiate e ci sia la massima allerta nei luoghi di lavoro. Perciò credo che sia più che mai necessaria un’alleanza di tutta l’informazione del servizio pubblico in questa direzione, che adesso verrà adottata anche dall’Amministratore Delegato. 

 

– Tornando al TG3, sei riuscita a mantenere il patto che avevi fatto tra informazione e territorio, vista la tua precedente esperienza nella TGR?
Diciamo che sta andando benissimo, che sta andando a gonfie vele. Sì, sì, sì, siamo molto contenti perché ormai è bene ragionare in termini di prodotto. Quando ci sono anche delle storie e delle news che vengono proposte nelle redazioni regionali, si tratta di un’interazione importante e che caratterizza il nostro telegiornale.

– Sta per nascere Radio ANMIL che, a partire dal 30 settembre, coinvolgerà le sue sedi territoriali, un po’ come hai fatto con il tuo TG3. Pensi che questo nuovo strumento dell’Associazione possa rafforzare ulteriormente le sensibilità sulle tematiche del mondo del lavoro? 
Complimenti e auguri. Ma certo che rafforzerà le sensibilità. Devo dire che siete coraggiosi, siete bravi e quindi vi faccio un grande in bocca al lupo. Ritengo fondamentale che ci sia anche una informazione dedicata completamente a questi temi della sicurezza sul lavoro. È importante. Mi aspetto delle notizie di servizio, su cosa fare, su come difendersi. 

 

– Si avvicina la 69ª Giornata nazionale delle Vittime del Lavoro. La manifestazione principale sarà celebrata a Palermo, domenica 13 ottobre, nella tua Sicilia. Il TG3 ci sarà?
Vi seguiremo, come sempre, con grande attenzione. Ci saremo, assolutamente.  

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3 thoughts on “Intervista alla direttrice del TG3 Giuseppina Paterniti

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