L’invito agli associati di tutta Italia a partecipare alla 69esima Giornata Nazionale del 13 ottobre: “Uniti si vince”
L’ANMIL chiama e la Ministra del Lavoro risponde. Comincia da questa sinergia la presentazione della 69esima edizione della Giornata per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, che si terrà in tutta Italia domenica prossima. Protagonisti della conferenza stampa il Presidente dell’ANMIL, Zoello Forni e la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo, che ha prontamente raccolto l’invito a moltiplicare l’attenzione per la salute e la sicurezza. Con loro il regista Marco Toscani, che ha realizzato gli spot della campagna di sensibilizzazione “Non raccontiamoci favole”, finalizzata a promuovere il tema nell’intero Paese. Toccante la testimonianza di Andrea Lanari, un giovane invalido del lavoro che ha perso entrambe le mani e ha dovuto reinventarsi la vita. Una storia, la sua, che ha lasciato con il fiato sospeso la stessa Ministra Catalfo, che ha dichiarato la sua vicinanza all’ANMIL con la testa e con il cuore, a cominciare dal rinnovato impegno per la cultura della prevenzione nelle scuole, la vigilanza sui luoghi di lavoro, il reinserimento degli infortunati nel contesto sociale e lavorativo. Come sempre, alla vigilia dell’appuntamento annuale con la Giornata Nazionale dell’ANMIL, l’ultima parola va al Presidente Forni per fare il punto sulla situazione associativa.
Siamo alla 69esima Giornata per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro. La prima, per lei, da presidente. Come vede, da questa nuova angolazione, il cammino dell’ANMIL in quasi 70 anni?
– L’Associazione continua a crescere e questo è un dato molto importante. Io, che sono nell’ANMIL da più di 50 anni e ho sempre partecipato con piacere alle giornate, oggi vedo con soddisfazione un sodalizio vivo e dinamico. Anche come presidente sono tuttora impegnato per la tutela dei nostri associati perché in passato, quando andavo a parlare con gli infortunati sui vari territori, mi ero reso conto che non ricevevano dai Patronati quell’assistenza di cui avevano bisogno. Noi adesso abbiamo invece gli strumenti per poter garantire nuove tutele a coloro che hanno subito un incidente e alle loro famiglie. E questo è un grosso passo avanti. Posso dire che, da presidente, raccolgo in parte quanto ho seminato da infortunato, grazie all’attività che ho sempre dedicato all’ANMIL, a cominciare da quando, negli anni 70, era un ente di diritto pubblico e io sedevo nel consiglio provinciale della sezione di Modena sino a quando, negli anni 2000, sono entrato a far parte degli organismi nazionali.
“Non raccontiamoci favole” è il titolo della campagna mass mediatica che accompagna la Giornata. Quali sono le falsità da smascherare?
– Purtroppo ancora oggi registriamo tutti i giorni infortunati e morti sul lavoro. Questo ci rattrista e ci preoccupa molto perché il fenomeno è ancora una piaga che non tende a diminuire. Quindi bisogna fare tutto il possibile perché non succedano più incidenti con il carico di dolore e sofferenza che comportano. Occorre smascherare la falsità che vede soltanto il lato nobile del lavoro. Non è vero che, come nelle favole, c’è sempre il lieto fine. Se infatti le persone hanno bisogno di lavorare per vivere, occorre rendere sicuro il loro lavoro. Ma per il raggiungimento di questo diritto, riconosciuto dall’articolo 1 della nostra Costituzione, resta ancora molta strada da fare.
Che cosa chiede innanzitutto alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo?
– La Ministra ha appena riunito il Tavolo per la Sicurezza sul Lavoro su cui ho già espresso un giudizio positivo. Ritengo infatti che questa possa essere l’occasione giusta per fare, nel concreto, qualcosa di utile per il Paese sul piano della sicurezza, attuando cioè tutte quelle norme previste dalla legge 81/2008. Ho chiesto che l’ANMIL sia presente a questo Tavolo e la Ministra ci ha assicurato che verremo presto convocati perché la nostra associazione ha l’esperienza per poter dare suggerimenti da tenere in considerazione.
Ritiene importante che il Capo del Governo Conte abbia associato la delega per la disabilità alla Presidenza del Consiglio?
– Per noi si tratta di un segnale positivo perché, passando per i diversi ministeri, occorre sottostare ad una serie di norme burocratiche che invece il filo diretto con la Presidenza del Consiglio consente di snellire. Il nostro percorso risulta così facilitato per dare risposte più veloci agli infortunati. Sono state le stesse associazioni, come l’ANMIL, a suggerire al Presidente del Consiglio di concentrare su di sè le deleghe sulla disabilità e Conte ha accolto la proposta. Per noi si tratta di un risultato importante.
Con il CIV INAIL è stato recentemente affrontato il tema del reinserimento dei lavoratori infortunati nei posti di lavoro. A che punto siamo?
– Nella finanziaria 2015, all’INAIL è stata attribuita la totale presa in carico dell’infortunato e quindi anche il suo reinserimento lavorativo. A seguire sono stati approvati decreti e regolamenti che consentono all’Istituto di mantenere il posto di lavoro a chi ha subito un infortunio. Si tratta di un dato positivo, anche se le complicazioni non mancano. Purtuttavia, nei primi sei mesi di quest’anno, abbiamo già avuto riscontri positivi in alcune regioni e soprattutto nelle Marche e in Lombardia.
E cosa dire dell’avanzo di bilancio dell’INAIL nel 2018, a fronte del nuovo aumento degli incidenti sul lavoro?
– Noi infortunati rivendichiamo che, nella legge di bilancio che verrà approvata entro la fine dell’anno, il risarcimento economico tenga conto del meccanismo di rivalutazione della rendita, il cui potere d’acquisto doveva essere uguale a quello dei salari e degli stipendi. Un principio che però si è perso con le dinamiche dei contratti nazionali degli ultimi 9-10 anni che, più che sugli aumenti salariali, hanno puntato su alcuni benefit, come asili nido e polizze assicurative. A questo proposito noi dovremo rivedere il meccanismo di rivalutazione perché la rendita, così come si è venuta a determinare, non ha più lo stesso potere d’acquisto che aveva dieci anni fa.
L’ANMIL vuole lanciare il discorso delle sicurezze plurali, dal mondo del lavoro al mondo civile. Soltanto così la tutela di una persona potrà essere quella di tutti?
– Si tratta di una correlazione importante perché la sicurezza deve essere vista nella sua globalità e non soltanto sui posti di lavoro. Anche in un momento di relax una persona si può infortunare, rovinando così la sua vita e quella della sua famiglia. Occorre quindi parlare di sicurezze plurali, costruendo una cultura che parta dalla prevenzione.
Nel corso della giornata nazionale del 13 ottobre ci sarà un raccordo mass mediatico con le sedi dell’ANMIL, attraverso la neonata RADIO ANMIL Network. Sarà un altro passo avanti dell’Associazione per rafforzare il collegamento con i territori?
– Sì, siamo agli inizi della sperimentazione di questo nuovo strumento, che ci consente di portare la comunicazione in tempi rapidi in tutte le case dei nostri associati. Ritengo che si tratti di un’esperienza molto positiva, su cui lavoreremo per far funzionare la radio al meglio, offrendo sempre notizie aggiornate alle famiglie degli invalidi che fanno parte della nostra comunità e non solo.
Vuole inviare un messaggio personale agli iscritti per la 69esima Giornata Nazionale dell’ANMIL?
– Chiedo agli associati la massima partecipazione e di restare vicini all’ANMIL perché, se saremo uniti, potremo più facilmente raggiungere i nostri obiettivi. Mi piace ricordare che siamo un’associazione apolitica e che, proprio per questa trasversalità, finora siamo riusciti a tutelare le ragioni di tutti i nostri invalidi del lavoro, al di là delle diverse idee ed appartenenze. Credo sia infatti questo il compito di un corretta politica associativa: puntare ad unire le persone e non a dividerle.
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