Intervista al Ministro per la famiglia e le disabilità, Lorenzo Fontana

“Non ci sono vincoli di bilancio per aiutare le persone con disabilità”Attivista leghista della prima ora, Lorenzo Fontana è approdato al Parlamento Europeo nel 2009, seggio che ha lasciato, dopo le elezioni politiche del marzo scorso, quando ha fatto il suo ingresso nella Camera dei Deputati. Fedele all’identità italiana, si batte per la famiglia tradizionale e contro la crisi di natalità che ha colpito il nostro paese. È attivo sui social con un canale You Tube, un account Twitter e una pagina Facebook. Tra i primi impegni che ha onorato, dopo la nomina a Ministro per la Famiglia e le Disabilità, l’incontro con la FAND e alcune associazioni di categoria. Questa l’intervista che ci ha concesso.

– Un tavolo di confronto tra Ministero e Associazioni di persone con Disabilità. Ministro Fontana, questa è la proposta che lei ha lanciato nel primo incontro con la FAND. Come si articolerà il percorso comune?
“Il tavolo con le associazioni è, di fatto, già partito e si concretizzerà sempre più con una costante politica dell’ascolto, contatti diretti e periodici incontri. Abbiamo iniziato dall’esame delle esigenze più sentite e più concrete”.

– Lei ha detto con chiarezza che il lavoro del suo ministero sarà fondato sull’ascolto e sull’incontro. E ha aggiunto che ogni legge e ogni azione dovranno partire dalla quotidianità delle persone che vivono la disabilità. Concretezza prima di tutto?
“Esattamente. Diciamo sempre che per dare risposte bisogna saper ascoltare le domande. La prima cosa che ci viene richiesta è il riconoscimento delle esigenze delle persone con disabilità. Può sembrare ovvio ma non è sempre stato così”.

– Partiamo dal rispetto della Convenzione dell’Onu sulla disabilità. Come intende dare piena attuazione alla ratifica di questa convenzione, avvenuta con la legge 18 del 2009?
“Dobbiamo partire dalle esperienze, già in atto, che funzionano. Recentemente ho avuto modo di far visita al Centro don Calabria, che si occupa di servizi sociosanitari, riabilitativi, formativi, di inclusione socio-lavorativa e motorio-sportiva, con particolare attenzione proprio alla disabilità. Penso che dalle buone prassi ci sia solo da imparare, la sfida è estenderne l’efficacia”.

– Tra i primi atti da sottoscrivere, il suo Ministero ha lanciato la proposta di un documento di legislatura per avviare un percorso comune che dia nuovo impulso ai diritti delle persone con disabilità e alle rispettive famiglie. A quando le prime firme?
“Ringrazio il sottosegretario Zoccano per aver lanciato questa proposta, sicuramente interessante. Poiché il mondo della disabilità abbraccia diversi settori e anche in Parlamento sono sicuro che l’attenzione su questi temi sarà alta, potrebbe essere utile tracciare una linea di indirizzo comune per inserire ogni scelta in un contesto organico”.

Il presidente della FAND, Franco Bettoni, è convinto dell’importanza di un ministero per le disabilità, come interlocutore deputato ad affrontare temi fino ad oggi frammentati tra competenze differenti. Un primo report delle priorità è stato già redatto dalla FAND. Ritiene che sia un buon punto di partenza per entrare nel merito dei singoli temi?
“Ringraziamo il presidente Bettoni. Il ministero per le disabilità è una promessa elettorale mantenuta. Noi pensiamo che uno Stato serio debba pensare innanzitutto alle persone vicine che hanno maggiori necessità, garantendo risorse adeguate, perché queste necessità vengono prima di ogni vincolo di bilancio”.

Tra le richieste dell’Osservatorio della FAND, in primo piano ci sono inoltre il rafforzamento dei Fondi per le politiche sociali e la non autosufficienza e la semplificazione del sistema di accertamento della disabilità, vale a dire dal superamento della concezione puramente medico legale ai fini di una valutazione multidimensionale della disabilità. Quale la strada da percorrere?
“Quelle delle Fand sono richieste non solo legittime ma punti fondamentali. Come detto: quando si parla di esigenze di persone con disabilità e delle rispettive famiglie non possono esistere vincoli di bilancio. Detto questo, come giustamente sottolinea la vostra Federazione (ndr di cui fa parte l’ANMIL), non è solo una questione di fondi, ma anche culturale: le persone con disabilità non sono un peso ma una risorsa per la società”.

 

Un’altra richiesta prioritaria dell’Osservatorio riguarda la piena operatività della legge 68 del 1999, in materia di diritto al lavoro dei disabili. Il collocamento mirato ha rappresentato un grande passo avanti, ma sino ad oggi non ha portato i benefici sperati perché sono ancora troppe le persone con disabilità che non riescono a trovare un’occupazione tramite i meccanismi del collocamento mirato. Che cosa si può fare in proposito?
“Anche a questo riguardo stiamo studiando le esperienze migliori. Venerdì 22 giugno abbiamo parlato con i dirigenti di Medialabor, con oltre vent’anni di esperienza nell’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Riteniamo che per garantire la massima efficacia della legge sia necessario: 1. Un approccio puntuale, con percorsi individuali e 2. la massima sinergia con istituzioni, Asl, aziende e privati”.

Un tema molto sentito è senza dubbio quello del “Dopo di noi”. È stata approvata in proposito, nella passata legislatura, un’apposita legge, la numero 112 del 2016. Sarà possibile dare assicurazioni alle famiglie interessate su quello che accadrà quando non ci sarà più chi si prende cura di lui?
“Il tema non è ‘sarà possibile’, è che si deve. Queste persone non devono essere lasciate sole”.

Dal punto di vista procedurale, dopo l’insediamento del nuovo Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, la FAND auspica una rapida ripresa dei lavori di questo organismo, tramite l’avvio dei gruppi di lavoro che saranno chiamati a monitorare l’attuazione del programma d’azione biennale. Lei è d’accordo?
“Porteremo avanti un’azione collegiale nei confronti dei temi posti sulla disabilità. L’impegno del mio ministero sarà massimo e totale. Siamo una realtà nata da neanche un mese, mai esistita prima nella storia della Repubblica. Stiamo costituendo una struttura per le disabilità del tutto nuova, per dare risposte puntuali affidate a professionisti del settore e a persone di esperienza. L’obiettivo è rappresentare esigenze che fino ad oggi o sono state frammentate tra più ministeri o non sono state tenute in debita considerazione”.