Intervista a Fabio Sebastiani, curatore di RADIO ANMIL

Conto alla rovescia per la partenza dell’emittente sul web. Darà voce alle sezioni territoriali in prima linea per la sicurezza sul lavoro.

RADIO ANMIL sarà presto in onda sul web. Fabio Sebastiani, curatore del progetto, sta mettendo a punto il palinsesto insieme all’Ufficio Comunicazione coordinato da Marinella de Maffutiis. “Siamo impaginati come un settimanale, con un occhio all’attualità e l’altro all’approfondimento dei temi che stanno a cuore all’Associazione, a cominciare dalla prevenzione e dalla sicurezza sul lavoro”. Sono le prime parole di questo collega di lungo corso, che ha debuttato quando in radio c’era ancora l’FM per approdare poi alla carta stampata con Alessandro Curzi e Piero Sansonetti alla guida di Liberazione. “Purtroppo, quando nel Duemila si è incominciato a parlare di Internet – continua – questo rinnovamento della comunicazione non è rientrato nei programmi della sinistra e forse ha in parte determinato anche la sua penalizzazione politica”. E così Fabio Sebastiani si è reinventato, dando vita ad una web radio che affonda le radici nella sua esperienza di cronista esperto di sociale e dice di essere ben contento di poter mettere la sua professionalità al servizio del mondo del lavoro attraverso l’ANMIL. 

– Dagli anni di Liberazione ad oggi, come è cambiata sui media la trattazione degli infortuni sul lavoro? 
Sicuramente, rispetto a quando dominava la carta stampata, oggi c’è una maggiore possibilità di avere informazioni in tempo reale su quello che sta accadendo. La velocità attraverso la quale si acquisiscono informazioni sulla sicurezza sul lavoro non consente di avere invece quelle chiavi di lettura che permettono di dare al tema una giusta collocazione. Per quanto mi riguarda, da quando sono tornato ad occuparmi di sicurezza sul lavoro, sono rimasto veramente sorpreso dal fatto che, rispetto ai primi anni in cui affrontavo questo tema, le cause delle morti e degli incidenti sono le stesse e non è cambiato quasi nulla, nonostante la crisi abbia rallentato il processo produttivo. Nei fatti si muore esattamente come 50 anni fa e questa realtà non viene portata all’attenzione dell’opinione pubblica perché non esiste uno spazio adeguato, a meno che non sia quello pietistico del programma di intrattenimento, il cosiddetto infotainment, che purtroppo ci costringe a leggere questi episodi da un punto di vista soltanto emozionale, che non lascia traccia e non consente di capire.  

– Qual è il livello di conoscenza di questi temi fra i giovani e con quali strumenti di comunicazione possono essere raggiunti? 
Ormai i giovani vivono su Instagram e Twitter e rifuggono anche da Facebook per cui è chiaro che bisogna riconsiderare le misure della comunicazione. I ragazzi sono lontani per definizione da questi temi e pertanto a noi giornalisti spetta una responsabilità maggiore. Come raggiungere i giovani dovrebbe essere un obiettivo importante per interrogarci sulla nostra professionalità. Io credo che sia innanzitutto un problema di linguaggio perché quello che usiamo non è assolutamente adeguato. Occorre fare un salto di qualità e avviare un aggiornamento del nostro modo di comunicare per cogliere quello che veramente colpisce e fa arrivare l’informazione alle giovani generazioni che sono in continua trasmigrazione. A questo proposito non va dimenticato l’impegno che l’ANMIL esprime da anni per portare la cultura della sicurezza nelle scuole e, a tale scopo, la radio potrebbe aiutare il processo di diffusione di questo messaggio fra gli studenti di tutte le età.

– Secondo te è possibile creare sul web spazi interamente dedicati ai giovani? 
Sono abbastanza scettico in proposito, proprio perché l’utenza giovanile trasmigra continuamente da un polo all’altro. Il web è una prateria sterminata e questo aumenta la curiosità dei ragazzi e la loro voglia di cercare sempre nuovi stimoli e nuovi suggerimenti. L’unica possibilità potrebbe essere, come sta accadendo negli ultimi anni, quella di utilizzare i siti come piattaforme di contenuti che poi bisogna arricchire con elementi in grado di arrivare dove i giovani stanno. Qui però si apre un altro quesito: come propagare questi contenuti? Perché oggi nessuno va più per siti, per etichette o punti di riferimento. Bisogna portare gli ascoltatori, e soprattuto i giovani, dove ci sono i temi che vogliamo veicolare.

– Come si è evoluto il ruolo dei giornalisti rispetto al web, dal momento che oggi possono scrivere anche coloro che non sono del mestiere? 
Anche qui si tratta innanzitutto di un problema di linguaggio e, quando dico linguaggio, dico capacità di veicolare i contenuti, di farli arrivare alla persona giusta, che è un po’ uno dei gangli dell’elettronica. Prima la carta stampata consentiva di rivolgersi ad un pubblico universale per definizione, ma oggi non è più così. Quei lettori che ogni giornalista può vantare, deve andarli a cercare e ogni mattina è una sfida nuova per trovarli nel web. Credo però, muovendo da uno dei distillati del vecchio giornalismo, che lo stile sia importante, soprattutto per le menti intelligenti, fresche e con la voglia di caratterizzarsi. E se è vero che, da un lato, i linguaggi vanno rinnovati e che i vecchi strumenti non sono più adeguati, è altrettanto vero, dall’altro, che dire qualcosa di importante con originalità resta un punto fermo del mestiere, in grado di colpire anche i giovani. Purtroppo bisogna dire che molti colleghi ormai sono dediti al “copia e incolla”: questo è il segno dei tempi e della velocità nella produzione dei contenuti. È un modo di lavorare che naturalmente non va bene. Ogni tanto bisognerebbe fermarsi e cercare la propria individualità.

– Come nasce RADIO ANMIL? 
La Radio nasce dall’idea di far arrivare al grande pubblico i contenuti audio, senza dubbio più diretti rispetto alla parola scritta e in grado di portare un valore aggiunto che prima non c’era. Mi riferisco alla possibilità di far conoscere, attraverso il web, la vita interna dell’ANMIL, così come si dispiega di giorno in giorno. Un lavoro, questo, che si affianca all’attività tradizionale dell’Ufficio Comunicazione, che è proprio il centro organizzativo che fissa i temi rilevanti e gli elementi comunicabili all’esterno, grazie al coinvolgimento di tutta l’Associazione attorno a questo strumento radiofonico. Basta un piccolissimo apparato tecnico per trasformare i pensieri, i fatti, gli approfondimenti che l’ANMIL vive quotidianamente per fare in modo che vengano fruiti sia all’interno che all’esterno. Questa è un po’ l’idea di base. Io devo dire che l’ANMIL ha colto subito questo taglio ed è pronta a farne un elemento qualificante della propria vita. La web radio ha infatti come snodo fondamentale le sezioni territoriali, che fino ad oggi non hanno mai avuto questa visibilità. E stando ai test fatti in questi giorni, sono emersi disponibilità ed impegno da parte di molti presidenti in questa nuova impresa. 

– Quando partiranno le trasmissioni e come si configura il palinsesto di RADIO ANMIL?
La partenza sarà entro il mese di settembre, in vista della celebrazione della 69esima Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, che si terrà domenica 13 ottobre. E noi vogliamo arrivare più che pronti in quella occasione. Il palinsesto è presto detto perché un centro di produzione di contenuti di questo genere permette, come dicevo, di avere dei sensori quotidiani sull’attività dei territori. Quindi gran parte della programmazione sarà dedicata proprio ad interloquire con soggetti qualificati su tutti i temi di cui si occupa l’Associazione. Ne cito alcuni: scuola e sicurezza sul lavoro, disabilità e sanità, su cui sarà importante entrare in relazione con il mondo politico e istituzionale. È di questi giorni la notizia che le deleghe sulla disabilità saranno affidate alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Ecco, una radio come questa avrà molta più elasticità per poter parlare quotidianamente con le istituzioni, velocizzando i tempi ed ottenendo maggiore visibilità. Attraverso il palinsesto noi vorremmo tentare di fare notizia. Aggiungo la presenza di interventi qualificati, come il tuo Blog e l’idea di dare vita ad una diretta notturna dove invitare personaggi di spessore per diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza sul lavoro. La radio trasmetterà tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13 alle 15, perché vogliamo conquistare un ascolto concentrato e lento, a nostro avviso possibile nella pausa pranzo. Uno dei vantaggi della web radio sarà inoltre il ritorno sui podcast prodotti, che potranno essere recuperati quando la programmazione non sarà più in diretta. Si tratta di una bella sfida giornalistica, che prevede anche un attento lavoro di post produzione.

– Quali saranno i punti focali della programmazione?
Rispondo per titoli: la visibilità e i servizi offerti dall’ANMIL sui territori; la promozione della cultura della sicurezza attraverso il contributo di esperti e professionisti di ANMIL, Patronato e Caf, cioè avvocati, medici ed esperti in materia previdenziale, infortunistica ed assistenziale; la promozione dell’impegno dell’Associazione a livello nazionale nei confronti delle istituzioni per aprire un dialogo continuo attraverso le interviste e l’approfondimento dei temi. In tutto questo il ruolo dell’ANMIL si affermerà  sempre di più come centro di raccolta di informazioni specifiche sulla tutela delle vittime del lavoro e in materia di prevenzione e sicurezza. Aggiungo che questa formazione culturale porterà a maturare proprio l’idea di come andrebbe affrontata la vita in termini civili. Per esempio l’ANMIL, quando parla di sicurezza, fa riferimento anche alle casalinghe e non soltanto al mondo del lavoro esterno e alla grande economia. Questo comporta un nuovo approccio culturale, più lento e riflessivo, per vedere la vita nel suo complesso, passando magari attraverso un libro, un film, un’opera d’arte. Perché la lentezza e l’approfondimento sono le prime cose da fare proprie per non rimetterci la vita.  

– Chi collaborerà quotidianamente alla realizzazione dei programmi?
Gli Uffici della Direzione Generale dell’ANMIL, che sono quelli dove nascono gli approfondimenti e i confronti sui temi di carattere interno. Mi riferisco in particolare all’Ufficio Servizi Istituzionali, all’Ufficio Affari Legali, all’Ufficio Salute e Sicurezza e agli Uffici del Patronato. E poi c’è l’Ufficio Comunicazione, che cercherà di portare dentro la Radio tutti quegli esperti che studiano e approfondiscono le novità in tema di salute e sicurezza affinché diventino punti di riferimento fissi della programmazione. Saranno inoltre coinvolte tutte le risorse interne dell’ANMIL, che sono tante, non soltanto sui territori, ma anche nella struttura nazionale. Il concetto di fondo è uno: anche tutto ciò che sino ad oggi non è sembrato una notizia, potrà essere meritevole di venire comunicato sia all’interno che all’esterno dell’Associazione. Ovviamente puntiamo ad allargare il numero dei testimonial che accetteranno di portare in giro i valori dell’ANMIL.

– RADIO ANMIL amplificherà il rapporto già esistente con le scuole?
In base alle mie esperienze dirette, ho coinvolto un gruppo di studenti in un progetto di addestramento ad un web radio, nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. E ho scoperto una cosa, che non è percepibile dall’esterno, e cioè che tanti ragazzi sbandati, proprio grazie al coinvolgimento in una esperienza radiofonica, potrebbero superare alcuni mal funzionamenti presenti nella formazione scolastica. Perché non mettere in piedi una rete di web radio nel mondo della scuola? RADIO ANMIL potrebbe diventare il punto di riferimento per affrontare il tema della sicurezza, sia sotto il profilo civile che del lavoro, perché gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani.

– Per concludere, perché seguire RADIO ANMIL? 
Io credo che l’ANMIL sia un’associazione in grado di anticipare il futuro sul piano della produzione di contenuti. E questo l’ho toccato con mano in occasione della campagna di presentazione della 69esima Giornata nazionale del prossimo 13 ottobre. Mi sembra un buon motivo per ascoltare questa radio. E lo dico non in maniera retorica perché il futuro – a differenza di qualche decennio fa – non è qualcosa da calcolare sulla lunga distanza, ma da immaginare già adesso perché gli scenari cambiano repentinamente. Per questo è importante avere le informazioni giuste per poter affrontare correttamente il futuro. Io credo che RADIO ANMIL farà la sua piccola parte per questo. 

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3 thoughts on “Intervista a Fabio Sebastiani, curatore di RADIO ANMIL

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