Intervista a Cesare Spreafico, Direttore della Centrale EP Produzione di “Livorno Ferraris”

“A scuola di sicurezza”. EP produzione in prima fila per la formazione dei lavoratori

Primi in sicurezza. Non è soltanto il titolo del concorso per le scuole promosso ogni anno dall’ANMIL, ma anche l’obiettivo di EP Produzione, l’azienda che genera e fornisce energia elettrica sul territorio italiano. Il primo passo in agenda, per prevenire e sconfiggere gli incidenti sul lavoro, è la formazione dei dipendenti, che ha già preso il via in questi mesi. L’ultimo incontro si è tenuto nei giorni scorsi a Tavazzano, in provincia di Lodi, dove Sergio Mustica, esperto di formazione  dell’ANMIL, ha tenuto la sua lectio magistralis, partendo dal presupposto che l’analisi del rischio è alla base del piano di qualità di una azienda. Per raccogliere le prime reazioni di dirigenti e lavoratori, abbiamo intervistato Cesare Spreafico, Direttore della Centrale EP Produzione di “Livorno Ferraris”, che svetta tra le risaie del vercellese. 

Il gruppo EP Produzione è un’eccellenza nella gestione del tema sicurezza, quali sono i vostri punti di forza?
Siamo convinti che sia possibile lavorare senza infortuni. Per raggiungere questo obiettivo, EP Produzione ha sviluppato un approccio strutturato ed organizzato, che si applica alla valutazione dei rischi, ai sistemi di gestione e alle procedure operative di controllo dei rischi, all’analisi delle cause di infortuni e near miss, all’implementazione e condivisione delle lezioni apprese, alla comunicazione, alle campagne di sensibilizzazione su temi specifici, al coinvolgimento dei dipendenti e degli appaltatori in iniziative periodiche e specifiche.

Quali problematiche trovate nella gestione di appalti esterni? 
– Per EP Produzione non c’è differenza tra incidenti che accadono ai propri lavoratori o ad appaltatori. Verifichiamo costantemente le nostre prestazioni in modo integrato. Relativamente agli appaltatori ciò che riscontriamo talvolta è l’eterogeneità della cultura della sicurezza e una variabilità delle risorse che rendono più difficile la continuità nel percorso comune intrapreso. È per questo motivo che il coinvolgimento dei nostri appaltatori è costante e omnicomprensivo, al pari dei lavoratori di EP Produzione. Ciò ci consente di sviluppare e sostenere un approccio culturale comune. Negli anni abbiamo inoltre notato un sensibile miglioramento delle prestazioni di sicurezza degli appaltatori, che hanno progressivamente adottato i nostri criteri di gestione della sicurezza. Questo in parte ci gratifica anche nel ruolo di azienda che promuove e diffonde la cultura della sicurezza al di fuori dei propri confini, ben consapevoli che l’obiettivo di zero infortuni richiede un impegno continuo.

Che differenza notate nei comportamenti, rispetto alla sicurezza, tra i vostri collaboratori e quelli delle ditte appaltanti?
–  Con alcuni appaltatori, che sono costantemente presenti nei nostri impianti, abbiamo promosso nel tempo l’adozione del nostro approccio nei confronti della sicurezza. Con altri appaltatori, invece, intraprendiamo dei percorsi condivisi di gestione delle tematiche HSE, accompagnandoli verso il livello che desideriamo. Questo percorso ad ogni modo comprende diverse azioni, rivolte sia ai datori di lavoro, sia ai lavoratori.

 

E tra i vostri dipendenti che differenza vedete su base generazionale?
– Da un lato, per migliorare la sicurezza sul posto di lavoro, occorre agire sulle false convinzioni e sulle consuetudini errate che spesso spingono le persone con più esperienza lavorativa ad atteggiamenti pericolosi, ben esemplificati da espressioni come:“Ho sempre fatto così e mi è sempre andata bene” oppure “Io so come si fa”. Si tratta di difetti cognitivi che spesso portano a scelte e comportamenti pericolosi. Stiamo lavorando per modificare questi comportamenti. Contemporaneamente, l’esperienza acquisita è un patrimonio enorme che va trasferito alle nuove leve. La cosa più importante è imparare umilmente dagli errori occorsi ad altri e far proprie le lezioni apprese.

È vero che avete messo in pratica un controllo incrociato per cui gli stessi lavoratori devono denunciare quello che non funziona?
– Uno dei metodi più efficaci è stimolare i lavoratori a segnalare situazioni e/o azioni pericolose, prima ancora che possano portare all’infortunio. Il tutto in un clima costruttivo, non inquisitorio o delatorio. Così facendo possiamo intervenire subito a risolvere situazioni potenzialmente pericolose. Adottiamo la piramide della sicurezza, alla base della quale ci sono le segnalazioni di azioni/comportamenti non sicuri: più sono numerose queste segnalazioni, e quindi gli interventi per sanarle, minore è la probabilità che si possano trasformare in infortuni.

Sicurezza delle persone e sicurezza dell’ambiente viaggiano di pari passo?
– Sono valori cardine per la nostra impresa. Riteniamo che investire su questi valori ci consenta di ottenere risultati su tutti gli aspetti del business; per noi la sicurezza e la salute dei lavoratori vengono prima di tutto assieme al rispetto dell’ambiente in riferimento alla nostra attività. L’approccio strutturato, illustrato in precedenza, non viene applicato solo in ambito sicurezza, bensì in ambito HSE.

In cosa il vostro nuovo rapporto con l’ANMIL può essere utile? 
– Siamo un’azienda che cerca approcci nuovi ed efficaci per la gestione degli aspetti di HSE. Per rinnovare il nostro linguaggio e raggiungere un’adesione profonda e diffusa, rispetto al nostro approccio sulla sicurezza, occorre uno stimolo efficace che arrivi al cuore delle persone. Riteniamo che l’ANMIL, con le sue persone, con le sue esperienze di vita, possa dare un impulso forte e positivo, esattamente in accordo con la nostra regola “impariamo dagli infortuni e dai mancati incidenti”.

Un messaggio per le imprese affinché seguano il vostro esempio?
– Investire in sicurezza genera un ritorno evidente per l’impresa, con conseguenze positive nella dimensione etica, in ambito reputazionale e, non ultimo, anche in termini economici. 

La vostra percezione dell’idea di sicurezza si è arricchita dopo l’incontro dell’ANMIL con i dirigenti a Tavazzano? 
– Ogni stimolo nuovo è per tutti noi motivo di arricchimento; in tal senso mi sento di poter dire che la risposta è si.

All’incontro di Tavazzano ne seguiranno altri? Ci saranno nuove forme di collaborazione con l’ANMIL? 
– Sicuramente la collaborazione con l’ANMIL proseguirà. Vedremo congiuntamente sotto quale forma potrà avvenire. Stiamo comunque valutando quali iniziative e quali possibili eventi possano essere di ulteriore stimolo per i nostri lavoratori.

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