9 settembre 2022 – Si sta tenendo proprio in questi giorni (dal 5 al 9 settembre) a Ginevra la terza edizione della ‘Conferenza internazionale sulla protezione dei lavoratori dalle radiazioni’ organizzata dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) insieme all’Agenzia internazionale per l’energia atomica e ospitata dal governo svizzero.
Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche o particelle sub-atomiche che, irradiando la materia, determinano la creazione di particelle cariche; nel caso dell’esposizione di esseri umani a radiazioni ionizzanti, le particelle cariche formatesi possono determinare, in funzione dell’entità dell’esposizione e delle modalità con cui questa avviene, danni per la salute molto gravi.
L’uomo è da sempre esposto a radiazioni ionizzanti di origine naturale (raggi cosmici, prodotti di decadimento dei cosiddetti nuclidi primordiali, ecc.); ma, a partire dalla fine del diciannovesimo secolo, le radiazioni ionizzanti sono state deliberatamente utilizzate per scopi medici e industriali, e ciò ha comportato la possibilità di un’accresciuta esposizione da parte dei lavoratori che le utilizzano e della popolazione in generale. In particolare, in ambito lavorativo esse rappresentano un grave rischio per gli operatori: secondo le più recenti stime elaborate dalla stessa OIL, l’esposizione alle radiazioni colpisce oltre 24 milioni di lavoratori nel mondo.
In genere, tale esposizione è comunemente associata a coloro che lavorano nel campo della produzione di energia nucleare, attività peraltro non consentita nel nostro Paese. In realtà, anche i lavoratori di altre professioni, come i minatori, il personale di volo, i ricercatori e gli operatori sanitari (in particolare quelli addetti ai reparti di radiologia) possono essere gravemente colpiti se non vengono prese adeguate misure di protezione.
Fortunatamente, in Italia le malattie da radiazioni ionizzanti rappresentano un fenomeno molto limitato con poche decine di casi denunciati ogni anno, che sono peraltro in costante calo: nell’ultimo quinquennio sono scese dalle 57 denunce del 2017 alle 23 del 2021. Per la stragrande maggioranza si tratta di Tumori solidi o del sistema emolinfopoietico; ci sono anche pochi casi di Opacità del cristallino o di Radiodermite. Gran parte delle malattie da radiazioni ionizzanti si riscontrano nel settore della Sanità, mentre alcuni rari casi colpiscono l’Industria manifatturiera, le Costruzioni, le Attività tecnico-scientifiche e l’Amministrazione pubblica e difesa.
Per la protezione dagli effetti negativi delle radiazioni ionizzanti molto è già stato fatto: già dal secondo dopoguerra, infatti, sono state emanate, a livello internazionale, varie normative e direttive sempre più stringenti che garantiscono che l’impiego di questi materiali possa avvenire solo se adeguatamente giustificato e se fornisce vantaggi assai superiori rispetto agli eventuali danni sanitari che potrebbe determinare.
Ma, a quanto pare, in base alle valutazioni dell’OIL, ancora molto resta da fare a livello globale. Ed è proprio per questo motivo che oltre 500 esperti provenienti da tutte le parti del mondo si stanno scambiando, nell’ambito della Conferenza di Ginevra, informazioni e idee per contrastare l’esposizione professionale alle radiazioni. In particolare, vengono esaminati e confrontati i vari standard adottati a livello nazionale e internazionale per la radioprotezione professionale, valutando i progressi raggiunti fino ad oggi e identificando possibili nuove linee d’intervento.
I rischi da radiazioni ionizzanti per i lavoratori di F. D’Amico
