Di amianto si continua a morire. Ancora alti i numeri delle malattie asbesto correlate di Franco D'Amico, esperto statistico

Nonostante la Legge n.257 del 1992, “gli effetti letali delle principali patologie asbesto-correlate sono ancora di tragica attualità”.

Roma, 1° aprile 2021 – Sono passati ormai quasi trenta anni da quando la Legge n. 257 del 1992 ha messo al bando in Italia tutti i prodotti e i materiali contenenti amianto, vietandone l’estrazione, l’importazione, la produzione e la commercializzazione. Ma a tutt’oggi l’amianto è stato solo in parte eliminato dal nostro territorio: secondo recenti stime del Cnr e di Ispesl ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto che minacciano il territorio nazionale con 38 mila siti a rischio e un miliardo circa di metri quadrati di coperture in eternit che stazionano ancora sui tetti di case, scuole, fabbriche, ecc. 
Si tratta quindi di un rischio ancora molto presente anche perché, prima che venissero bandite, le fibre killer avevano già minato la salute di molti lavoratori, incubandosi lentamente nei loro polmoni per manifestarsi (come nel caso del mesotelioma) anche a distanza di 30/40 anni. Gli effetti letali delle principali patologie asbesto-correlate sono ancora di tragica attualità: secondo uno studio elaborato dall’INAIL, già nel primo anno di manifestazione delle neoplasie il 15% dei tecnopatici decede a causa della patologia e un ulteriore 40% muore nel corso dell’anno successivo; dopo dieci anni soltanto il 5% dei neoplastici sopravvive alla terribile malattia.
Allo stato attuale, sul piano degli effetti sulla salute dei lavoratori, il bilancio è ancora drammatico, ma fortunatamente appare in tendenziale anche se lenta flessione. Nell’ultimo quinquennio si registra, infatti, un andamento altalenante delle denunce di patologie asbesto-correlate con un saldo finale di -4,4% (dai 2.337 casi del 2015 ai 2.234 del 2019). Sembra dunque che la curva si sta finalmente appiattendo dopo decenni di crescita intensa e progressiva: erano circa 1.500 i casi denunciati nel 2001, saliti a 1.900 nel 2006 e a 2.250 nel 2011. E da questi valori il trend pare si stia avviando verso una lenta, auspicabile, fase di regressione.
Ma l’aspetto forse più positivo è che la diminuzione risulta sensibilmente più sostenuta tra le neoplasie, che sono di gran lunga le patologie più gravi tra le asbesto-correlate. Si tratta, come noto, di un insieme di forme tumorali tra cui spicca il “mesotelioma pleurico”, una malattia che purtroppo allo stato attuale determina esiti letali nella gran parte dei casi, con 608 casi denunciati nel 2019, in calo dell’8,2% sul 2015; fanno anche parte di questa famiglia il “carcinoma polmonare” con 232 casi (-8,7%) e il “mesotelioma peritoneale” con 25 casi (-24,2%).
Oltre alle neoplasie, tra le patologie asbesto-correlate, va annoverata anche l’Asbestosi”, una malattia che sembrava in lento e progressivo declino ma che invece ha ripreso a crescere nell’ultimo decennio (erano poco più di 500 casi nel 2011) con un picco addirittura nel 2019 con 790 casi (+14% sul 2015). In costante declino, invece, le “Placche pleuriche” una patologia dagli esiti meno gravi delle altre malattie da asbesto, che si è manifestata in 579 casi nel 2019 ed è in calo del 16,7%.
Nel loro insieme, le malattie da asbesto presentano caratteristiche molto particolari connesse sia alle attività produttive coinvolte, che sono a forte vocazione maschile, sia ai tempi di latenza delle malattie stesse che, come già detto, possono essere generalmente molto prolungati. In virtù di tali caratteristiche le malattie da asbesto si manifestano per lo più tra gli uomini e tra le persone di età avanzata.
La quasi totalità dei lavoratori che hanno contratto una malattia da asbesto è di sesso maschile: in particolare il 98,6% di quelli affetti da Asbestosi ed il 91% di quelli colpiti da Neoplasie. Il 55% dei tecnopatici ha un’età superiore ai 65 anni e ben il 98% ha un’età superiore ai 50 anni.
Sul piano territoriale le malattie da asbesto sono diffuse in tutte le aree geografiche del Paese ed in particolare al Sud (30,1% del totale), nel Nord-Ovest (22,6%), nel Nord-Est (20,5%), nelle Isole (14,0%) e al Centro (12,8%); c’è da notare, però, che mentre le Neoplasie risultano molto più diffuse al Nord e al Centro, al Sud e nelle Isole si riscontra una nettissima prevalenza di Asbestosi.
I settori di attività in cui si registrano le quote più significative di malattie asbesto-correlate sono generalmente quelli dell’industria pesante (Fabbricazione mezzi di trasporto, Metallurgia, Siderurgia, Cantieristica…); quote di una certa consistenza si registrano anche nel settore delle Costruzioni e nei Trasporti, in particolare quelli ferroviari.
Per quanto riguarda, infine, le conseguenze fisiche delle malattie da asbesto è noto come queste particolari forme patologiche presentino caratteristiche di particolare gravità che, al pari dei tumori di altra origine professionale, forniscono il maggiore tributo in termini di menomazioni invalidanti e, soprattutto, di morti.
Nel 2019 sulle 2.234 patologie da asbesto denunciate, solo 1.468 (pari al 66%) sono state riconosciute dall’INAIL; di queste ultime, 1.065 hanno comportato menomazioni permanenti di grado più o meno elevato e 401 la morte del lavoratore. Quasi il 70% dei decessi è causato da Mesotelioma pleurico (278 casi) e il 25% da Carcinoma polmonare (102 casi); 9 sono i morti per Mesotelioma peritoneale e 6 ciascuno per Asbestosi o Placche pleuriche.
In particolare, se ci si riferisce alle sole neoplasie da asbesto si riscontra che su 683 patologie riconosciute 389, pari al 57%, hanno portato al decesso. In pratica, più della metà dei lavoratori affetti da neoplasie asbesto-correlate nel corso del 2019 è morta per cause lavorative. La percentuale di mortalità sale inoltre al 60% nel caso specifico dei Mesotelioma pleurici, mentre si attesta intorno al 50% per i Mesotelioma peritoneali e i Carcinoma polmonari. Molto più contenuti risultano, invece,  i tassi di mortalità per i lavoratori affetti da Asbestosi (2,4%) o da Placche pleuriche (1,1%).

   

DINAMICA DELLE MALATTIE PROFESSIONALI DA ASBESTO PER ANNO DI DENUNCIA.

Anni 2015-2019

   
       
  TIPO M.P. 2015 2016 2017 2018 2019 Var. %

2019/2015

   
     
                   
   

Mesotelioma pleurico

662 639 650 590 608 -8,2    
                   
  Mesotelioma peritoneale 33 27 28 21 25 -24,2    
                   
  Carcinoma polmonare 254 247 257 257 232 -8,7    
                   
  Placche pleuriche 695 670 651 559 579 -16,7    
                   
  Asbestosi 693 570 591 608 790 +14,0    
                   
  TOTALE      2.337      2.153      2.177      2.035      2.234 -4,4    
  Fonte: elaborazione ANMIL su dati INAIL- Banca dati statistica    
 

 

 

 

 

MALATTIE PROFESSIONALI DA ASBESTO. IL QUADRO DELLE DEFINIZIONI.

Anno 2019

 
             
  Denunciate Riconosciute Conseguenze fisiche  
TIPO M.P. Menomazione Morte Totale  
      permanente      
Mesotelioma pleurico 608 464 186 278 464  
             
Mesotelioma peritoneale 25 19 10 9 19  
             
Carcinoma polmonare 232 200 98 102 200  
             
Placche pleuriche 579 530 522 6 528  
             
Asbestosi 790 255 249 6 255  
             
TOTALE 2.234 1.468 1.065 401 1.466  
Fonte: elaborazione ANMIL su dati INAIL- Banca dati statistica        
                                 

 

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