14 dicembre 2022 – “Lighten the Load” (“alleggeriamo il carico”) è questo lo slogan scelto dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) per la campagna 2020-2022 “Ambienti di lavoro sani e sicuri” che è stata lanciata ufficialmente il 12 ottobre 2020 a Bruxelles, in occasione della “Settimana europea per la salute e la sicurezza sul lavoro”, e si è chiusa il 6 dicembre.
Al centro della campagna figurano i disturbi dell’apparato muscolo scheletrico, di cui, secondo le statistiche più recenti, soffrono oltre cinque milioni di lavoratori in Europa. L’iniziativa mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni nazionali e internazionali su questi disturbi molto diffusi nel mondo del lavoro e a diffondere informazioni e metodologie su come prevenirli e gestirli.
I disturbi muscolo scheletrici (DMS) legati al lavoro colpiscono generalmente la schiena, il collo, le spalle, gli arti superiori e quelli inferiori. In Italia i più frequenti sono i “Disturbi dei tessuti molli” (tendiniti, borsiti, sinoviti, ..) che rappresentano quasi la metà di tutti i DMS denunciati, e le “Dorsopatie (Ernia del disco ed altre affezioni dei dischi intervertebrali) con oltre il 40% del totale; di un certo rilievo sono anche le Artropatie (Artriti, Artrosi) con circa il 10%.
Nei casi più cronici, la maggior parte dei DMS lavoro-correlati si sviluppa nel tempo e può persino portare alla disabilità e alla necessità di rinunciare al lavoro. Di solito non esiste una singola causa patogena, ma fattori di rischio di diversa natura che spesso agiscono in combinazione tra loro. Tra i principali fattori di rischio vanno inclusi: fattori di natura fisica e biomeccanica (movimentazione di carichi, movimenti ripetitivi, posture incongrue, ecc.), fattori di natura organizzativa e psicosociale (ambienti di lavoro non ergonomici, mancanza di pause, ritmi di lavoro stressanti, turni eccessivamente prolungati, ecc.) e fattori di natura individuale (ad es. scarso esercizio fisico, cattiva alimentazione, problemi di sonno, fumo, ecc.).
Si tratta di fattori di rischio tipici delle attività a prevalente impegno fisico e manuale: in particolare nel nostro Paese il settore più colpito è l’Agricoltura, dove attualmente si verifica il 21% del totale DMS, seguono le Costruzioni (17%), i Trasporti (6%) e il Commercio (6%). Per oltre il 70% si tratta di uomini.
Con notevole ritardo rispetto a tutti gli altri Paesi europei, in Italia è solo dal 2008 che i DMS hanno cominciato ad imporsi significativamente nelle statistiche nazionali. A partire da quell’anno, infatti, si è registrato un aumento vorticoso delle denunce di patologie muscolo scheletriche che sono passate dai circa 13.000 casi del 2008 ai 35.000 del 2014: in pratica sono quasi triplicate nel giro di appena sette anni. Dal 2015 i ritmi crescita delle denunce hanno segnato un rallentamento continuando comunque ad aumentare lentamente fino ai 41.000 casi circa del 2019. Nel 2020, a causa della pandemia, vi è stata una brusca frenata delle denunce di malattie professionali in generale comprese le DMS che sono scese, in quell’anno, a circa 30.000 casi denunciati, per poi risalire a 38.000 nel 2021. La ripresa delle denunce sta proseguendo anche nell’anno in corso: nei primi nove mesi del 2022 le denunce di DMS sono aumentate del 4,8% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Resta comunque il fatto che, mentre nel 2008 i DMS rappresentavano meno del 40% delle malattie professionali denunciate, la loro quota è salita oggi intorno al 70%.
Va detto, infine, che il fattore che nel 2008 ha portato all’”emersione” di queste patologie, che prima venivano denunciate solo in parte, è stata l’emanazione delle nuove “Tabelle delle malattie professionali” (D.M. 9 aprile 2008) che ha esteso l’elenco delle tecnopatie “tabellate”, quelle cioè che godono della cosiddetta “presunzione legale d’origine professionale” esonerando il lavoratore dall’onere della prova, che fino ad allora aveva limitato notevolmente il ricorso alla tutela assicurativa. Nella “tabella” sono state inserite le varie forme patologiche dell’apparato muscolo-scheletrico che hanno spodestato, ai primi posti della graduatoria, malattie “tradizionali” come l’Ipoacusia, le Malattie respiratorie e quelle Cutanee, allineando così l’Italia agli altri Paesi europei, dove, come detto, le patologie muscolo-scheletriche, erano già da tempo le più diffuse in assoluto.
ANDAMENTO E TIPOLOGIA DEI DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI
|
||||||||||||
Tipo di patologia | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | 2021 | Comp. % | ||||||
2021 | ||||||||||||
ARTROPATIE (artriti, artrosi, lesioni del menisco,…) | 3.868 | 3.942 | 4.126 | 3.146 | 3.829 | 10,0 | ||||||
DORSOPATIE (affezioni dei dischi intervertebrali, ernia del disco,…) | 17.004 | 16.820 | 17.326 | 12.648 | 16.101 | 42,2 | ||||||
DISTURBI DEI TESSUTI MOLLI (tendiniti, borsiti, sinoviti, epicondiliti,…) | 16.715 | 18.223 | 19.462 | 14.762 | 18.205 | 47,7 | ||||||
Altre minori | 23 | 29 | 22 | 19 | 12 | 0,1 | ||||||
TOTALE | 37.610 | 39.014 | 40.936 | 30.575 | 38.147 | 100,0 | ||||||
Fonte: elaborazione ANMIL su dati INAIL – Banca dati statistica |