Come era ampiamente previsto, nel mese di agosto il tragico crollo del ponte di Genova e la strage di lavoratori extracomunitari avvenuta in due gravissimi incidenti stradali verificatisi in Puglia, hanno portato la triste contabilità dei morti sul lavoro ad assumere proporzioni da bollettino di guerra.
Nei primi otto mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017, l’incremento degli infortuni mortali è stato del 4,5% (da 682 a 713) con un aumento di 31 unità, coinvolgendo sia lavoratori nell’esercizio della loro attività (+1,4%) che in itinere (+12,6%). Un’impennata che è da attribuire interamente al solo mese di agosto che difatti registra una crescita di ben 41 morti, dai 51 del 2017 ai 92 del 2018; di questi ultimi, 16 si riferiscono alla Liguria e 19 alla Puglia, regioni in cui ovviamente si registrano gli incrementi maggiori tra tutte le regioni italiane.
Tecnicamente queste tragedie vengono definite “eventi mortali plurimi”, che ormai sono diventati una tragica costante nel panorama lavorativo nazionale.
“Ma in questo caso – ha commentato Franco Bettoni, Presidente nazionale ANMIL – il problema della sicurezza è ancora più ampio e preoccupante in quanto non attiene solo alla rischiosità degli ambienti di lavoro, ma si allarga a quello generale della sicurezza nazionale. Gli italiani sono ormai abituati alle ricorrenti tragedie che, sotto forma di terremoti, frane, crolli, allagamenti, ecc., mietono con troppa frequenza vittime innocenti a causa di una cattiva gestione del territorio nazionale . Ma in questi ultimi casi c’è da stigmatizzare come la responsabilità delle istituzioni sia particolarmente grave e riprovevole. Fenomeni quali una scarsa attenzione alla costruzione e manutenzione delle infrastrutture e le sacche di illegalità in cui prospera quasi indisturbata la pratica dello sfruttamento e del capolarato, non sono certo cose degne di un Paese civile. Per questo dobbiamo continuare a combattere con tutte le nostre forze affinché la tutela e la salvaguardia della vita umana sia messa sempre e comunque al centro di ogni azione ed iniziativa politica, attraverso un sistema rigoroso e mirato di controlli ed ispezioni che colpiscano in maniera definitiva questi cancri che ancora oggi si annidano nel corpo della nostra società civile.”
Per quanto riguarda gli altri aspetti del fenomeno infortunistico, le statistiche relative ai primi otto mesi dell’anno sembrano viaggiare su binari più “normali”: gli infortuni sul lavoro nel loro complesso registrano una lieve diminuzione dello 0,6% (circa 2.500 casi in meno), mentre le malattie professionali segnano un + 2,3, proseguendo nella loro crescita, ormai più che decennale, trainata dalle patologie dell’apparato muscolo scheletrico.
Pubblicato 26 settembre 2018