5 ottobre 2023 – Si è svolta ieri, 4 ottobre, nell’Auditorium della Direzione generale dell’Istituto la presentazione della Relazione annuale 2022 dell’INAIL. Al di là delle pur interessanti informazioni e considerazioni sui fronti della ricerca, della prevenzione, della riabilitazione, degli investimenti e dei risultati economici e finanziari, che hanno disegnato una situazione abbastanza florida dell’Istituto assicuratore, l’attenzione e l’attesa di tutti era rivolta al bilancio infortunistico di un anno che, dopo il biennio 2020-2021 praticamente stravolto dalla pandemia, presentava molte incognite rispetto alla ripresa dello sviluppo del fenomeno. Nel 2022 sono stati denunciati all’Inail circa 703.400 infortuni sul lavoro, vale a dire 139mila in più rispetto ai 564.400 del 2021, con un incremento del 24,6%. Questo aumento è dovuto in parte alla crescita dei contagi da Covid-19 in ambito lavorativo, che sono passati dai circa 49mila del 2021 ai 120mila del 2022 (+71.000 casi); ma quasi altrettanto pesante è stata anche la crescita degli infortuni “tradizionali” (+ 68.000 casi). Ma l’aspetto più rilevante è che, al di là della crescita (prevedibile) rispetto al 2021, i dati 2022, al netto delle infezioni da Covid, fanno registrare un calo di oltre 61.000 unità (-9%) rispetto ai 644.500 infortuni denunciati nel 2019, anno in cui il fenomeno non era stato affatto influenzato dalla pandemia. Una situazione pressoché analoga si riscontra tra gli infortuni con esito mortale le cui denunce sono state 1.208, con un decremento del 15,2% rispetto alle 1.425 del 2021; questa contrazione è legata interamente ai decessi causati dal contagio da Covid-19, passati dagli oltre 230 casi del 2021 agli 8 casi del 2022. Ma anche qui l’aspetto più interessante è il calo che si registra nel 2022 rispetto agli anni precedenti la pandemia (1.235 casi nel 2019, 1.292 nel 2018). Sembra dunque che il post-pandemia stia dando segnali di moderato ottimismo, anche se è opportuno aspettare conferma dai dati 2023 che, comunque, risultano in calo rispetto al 2022. Per quanto riguarda, infine, le malattie professionali, dopo un biennio (2020-2021) di forte riduzione delle denunce a causa della pandemia, nel 2022 sono ritornate sui livelli standard pre-pandemia con circa 61.000 casi registrati dall’Istituto, praticamente in perfetta linea con le circa 61.000 denunce del 2019. Anche nel 2022 due terzi delle denunce di patologie lavoro-correlate si riferiscono ai disturbi dell’apparato osteo-muscolare.