Roma, 19 marzo – ANMIL Onlus, assistita dall’Avv. Cesare Bulgheroni di Milano, è stata oggi ammessa quale parte civile nel processo pendente contro il legale rappresentante della LAMINA – Laminatoi Milanesi Nastri S.p.A. – il Sig. Sanmarchi, per l’omicidio colposo di tre dipendenti dell’azienda e di un altro lavoratore esterno addetto alla manutenzione degli impianti, commesso a Milano nella sede della società con violazione delle normative di prevenzione degli infortuni. La tragedia si è consumata nella fossa del forno statico a campana della LAMINA che, per la lavorazione delle lamine di acciaio al titanio richiede l’assenza di ossigeno, il quale viene eliminato con l’argon, un gas inerte incolore e inodore, che rimasto nel forno e non rilevato per la mancanza di strumenti appositi sul livello di ossigeno, ha causato la morte dei lavoratori entrati in esso. “Siamo contenti di questo riconoscimento, da parte del Giudice dell’Udienza Preliminare del Tribunale di Milano, dell’ANMIL quale parte lesa per i reati contestati al legale rappresentante della LAMINA, considerato che il nostro Statuto ha, tra i propri scopi, innanzitutto quello di occuparsi delle vittime degli infortuni sul lavoro – dichiara il Presidente dell’ANMIL Franco Bettoni – e in questo modo vogliamo anche supportare le famiglie dei lavoratori deceduti facendo sentire loro la nostra piena vicinanza, nella convinzione della responsabilità dell’azienda”.
“Intraprendere cause di questo genere – ha commentato l’Avv. Bulgheroni il cui studio associato da anni collabora con l’Associazione per portare avanti queste battaglie -, significa anche contribuire a promuovere la cultura della prevenzione degli infortuni sul lavoro, un obiettivo riconosciuto, ancora una volta, al ruolo che l’ANMIL svolge a livello nazionale e a livello locale, attraverso una costante opera di sensibilizzazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, sulle problematiche riguardanti il mancato rispetto della normativa esistente”.
“Tuttavia – conclude Bulgheroni – ci interroghiamo sul ruolo della parte civile che non può interloquire sull’entità delle pene che risultano, in questo caso, evidentemente sproporzionate rispetto alla gravità dei fatti contestati, dove l’avvocato del Sanmarchi ha avanzato richiesta di patteggiamento dell’imputato alla pena di anni uno e mesi dieci di reclusione. Dunque non possiamo che attendere l’udienza del prossimo 9 maggio per la decisione del GUP di Milano e sapere se accoglierà o meno la proposta”.